Ecco quanto si risparmia con l’efficienza energetica
5 gen 2024 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.

Ben 3 miliardi di euro risparmiati nel 2022
Le misure di efficientamento energetico, anche grazie a superbonus, ecobonus e ristrutturazioni, hanno permesso di risparmiare 3 miliardi di euro nel 2022. A tanto ammonta, infatti, il calo della fattura energetica nazionale. Lo certificano due rapporti sull’efficienza energetica e sulle detrazioni fiscali firmati dall’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile,
Le emissioni risparmiate
Ad alleggerire la “bolletta nazionale” ci ha pensato, prima di tutto, il calo delle importazioni di petrolio e gas. La riduzione, che fa il paio con la flessione dei consumi, ha avuto un impatto ambientale oltre che economico: è stato infatti possibile risparmiare 2,5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e 6,5 milioni di tonnellate di CO2.
Hanno contribuito anche le detrazioni fiscali, grazie alle quali c’è stato un risparmio di 1,3 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio.
L’effetto dei bonus
Guardando più nel dettaglio, l’Enea ha sottolineato l’apporto delle singole agevolazioni, nate per accelerare la transizione energetica, sostenere il comparto edilizio e supportare quello immobiliare: le case con prestazioni energetiche migliori, infatti, acquisiscono valore e sono più ricercate per l’acquisto e la sottoscrizione di mutui.
Alla fine del 2022, il bonus ristrutturazioni ha generato risparmi per 833.294 GWh/anno. Il superbonus ha attivato 352.101 progetti, per investimenti complessivi di 60,7 miliardi di euro e un risparmio di 9.050,04 GWh/anno. Più contenuto è il risparmio generato dall’ecobonus, pari a 2.135,8 GWh/anno.
La fattura energetica 2023
L’Enea ha dato anche delle indicazioni sull’andamento del 2023. Nei primi nove mesi dell’anno, “i consumi di energia primaria sono stimati in calo di oltre il 3% rispetto allo stesso periodo 2022”. Dovrebbe quindi esserci un ulteriore flessione delle emissioni.
Il calo – prosegue l’Agenzia – è maturato nella prima metà dell’anno, quando la domanda di energia è diminuita del 5% (oltre 4 tonnellate equivalenti petrolio). È stato determinato dalla “contrazione dei consumi di gas del settore civile (favorito dalle temperature miti) e da quella di gas ed elettricità nell’industria a seguito della flessione dell’attività produttiva”.
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