Un catasto dal nuovo volto
Il 20 giugno è stata votata dall’aula della camera la legge delega di riforma fiscale che interviene sul censimento degli immobili. Vediamo insieme le novità.
Nuovo catasto primo sì
Il 20 giugno è stato dato il primo sì alla legge delega di riforma fiscale. Uno strumento normativo che prevede delle norme con principi e indicazioni generali che il governo successivamente dovrà attuare attraverso appositi decreti. In uno degli articoli di riforma il legislatore si è concentrato sul catasto disegnando, non senza polemiche e modifiche, il volto dell’archivio degli immobili in Italia.
Cosa cambierà?
A livello economico, cioè di tasse e di base imponibile, secondo le rassicurazioni del governo non cambia nulla; è un aggiornamento, ed è stato scritto nella legge delega che deve essere fatto a saldo zero per le tasche degli italiani.
C’è da crederci? Si vedrà soprattutto con i decreti attuativi, intanto le disposizioni avranno un peso a partire dal 2026 e nel frattempo ci sarà anche un nuovo governo che dovrà scrivere i decreti quindi, come si suol dire, deve ancora passare molta acqua sotto i ponti.
Si torna a parlare di contrasto all’evasione immobiliare
Nel frattempo la delega prevede che si punti innanzitutto alla modernizzazione del sistema di rilevazione catastale per individuare in maniera più precisa e controllare le consistenze dei terreni e dei fabbricati.
Per questi obiettivi diventa più rilevante l’attività di coordinamento e monitoraggio dell’Agenzia delle Entrate nei confronti dei comuni. La legge delega prova a rilanciare l’operazione di affidare agli enti locali di far emergere gli immobili attualmente non censiti o che non rispettano la reale consistenza di fatto, la relativa destinazione d'uso ovvero la categoria catastale attribuita; i terreni edificabili accatastati come agricoli; gli immobili abusivi, individuando a tal fine specifici incentivi e forme di valorizzazione delle attività di accertamento svolte dai comuni in questo ambito, nonché garantendo la trasparenza delle medesime attività.
Agenzia delle Entrate supervisor dei comuni
A questo scopo sarà necessario prevedere strumenti e modelli organizzativi che facilitino la condivisione dei dati e dei documenti, in via telematica, tra l'Agenzia delle Entrate e i competenti uffici dei comuni nonché la loro coerenza ai fini dell’accatastamento delle unità immobiliari.
Come andò nel 2012
Un’operazione, quella che vede i comuni in campo nel contrasto all’evasione fiscale, e in particolare immobiliare, che nel corso degli anni ha avuto alterne vicende. Nel 2012 fu compiuta una prima ricognizione in chiave di riclassamento e ammodernamento soprattutto nei centri storici, delle grandi città, di quelle case che, sebbene avessero avuto un salto di pregio e di riconosciuto valore di vendita e di mercato, risultavano ai fini delle imposte ancora poco più di catapecchie o case rurali con neanche il bagno interno.
Quella operazione, denominata "Case fantasma", si chiuse vedendo attribuita a più di 492mila immobili una rendita presunta complessiva di 288 milioni di euro. Alla fine, emersero oltre 2,2 milioni di particelle del Catasto Terreni, oltre 1,2 milioni di unità immobiliari urbane non censite nella base-dati catastale.
Secondo i dati diffusi a consuntivo dal dipartimento delle finanze ai fini di emersione di base imponibile e gettito, arrivarono 589 milioni di euro, di cui circa 444 milioni di euro ai fini Imu, circa 137 milioni di euro ai fini delle imposte sui redditi (Irpef e “cedolare secca”) e circa 7,5 milioni di euro ai fini dell’imposta di registro sui canoni di locazione.
Il restyling del catasto non si ferma qui, vedremo la prossima settimana quali altre novità sono indicate nella legge delega.
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