Poche le banche nel Plafond Casa
È scattata lo scorso 5 marzo l’operazione Plafond Casa, di cui abbiamo più volte parlato ma che giova ricordare. Si tratta di un’iniziativa del governo, che stanzia due miliardi a favore di quelle banche che vogliano aderire alla convenzione aperta con Cassa Depositi e prestiti. Questo finanziamento alle banche andrà a fornire la copertura per le offerte agevolate che questi istituti di credito si impegnano ad erogare alle famiglie che richiedano mutui per l’acquisto di una prima casa e che ne abbiano i requisiti, tamponando così le falle del mercato immobiliare italiano e cercando di rilanciarlo.
A richiedere il finanziamento a condizioni di favore possono essere tutti gli italiani, ma verranno privilegiate le giovani coppie (con un componente di massimo 35 anni e l’altro di massimo 40, anche non sposate ma conviventi da almeno due anni), le famiglie con più di tre figli, quelle nelle quali viva un disabile. I mutui possono essere chiesti per l’acquisto di abitazioni di classe energetica dalla A alla D (massimo 250 mila euro richiedibili), oppure per l’ottimizzazione energetica della prima casa (massimo 100 mila), e, nel rispetto di tali limiti, potranno coprire anche il 100% del valore dell’immobile ed essere restituiti in 10, 20 o 30 anni. Per richiedere il finanziamento basta compilare l’apposito modulo che si trova sul sito di Cassa Depositi e Prestiti.
Ottime intenzioni, quelle del governo, non fosse che, a quanto risulta dall’elenco ufficiale ABI le banche che hanno aderito alla convenzione con Cassa Depositi e Prestiti non sono molte, e anche presso le filiali di queste banche non è semplicissimo ottenere le agevolazioni. A parte rare eccezioni di piani casa agevolati da parte delle banche che aderiscono al Plafond, le informazioni sui tassi che verranno effettivamente applicati e sulle modalità d’accesso non è ancora molto chiara, agli istituti prima ancora che ai clienti, che iniziano a lamentare una mancanza di comunicazione da parte delle banche. Una situazione che, si spera, col tempo dovrebbe normalizzarsi: il Plafond Casa dura infatti per un biennio, il che dovrebbe permettere allo strumento di prendere piede in maniera stabile.
Intanto soffre il mercato immobiliare che, nonostante l’aumento della domanda di mutui registrato da diversi provider di dati, secondo l’Agenzia delle Entrate annaspa ai livelli di 30 anni fa. Secondo il Barometro Crif, a febbraio l’aumento di domande di mutui è stato dell’8,4%, pur con un calo dell’importo medio a 124.088 euro contro i 127.366 dello stesso mese dello scorso anno (e contro i 140.877 del 2010). Le compravendite di immobili, però, come segnala l’Agenzia delle Entrate sono scese del 9,2%, riportando la cifra a 403 mila nel 2013, lo stesso livello dl 1985. Il livello medio di mutui erogati l’anno scorso, inoltre, è stato di 17,6 miliardi di euro (122 mila euro per abitazione), oltre il 10% in meno rispetto all’anno prima, come del 7,7% annuo sono scese le compravendite di immobili realizzate con l’aiuto di un mutuo. Tuttavia la percentuale di persone fisiche che acquista attraverso un mutuo è salita, e contemporaneamente sono scesi i tassi (spread) applicati dalle banche: tra i 10 e i 20 punti base da metà febbraio ad oggi. Forse in previsione delle agevolazioni del governo?
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