Più mutui a luglio 2015

Con l’estate torna la voglia di spendere, e chi non può farlo riprende a chiedere prestiti gli istituti di credito. E’ ciò che si potrebbe intuire guardando i dato dell’ultimo Barometro Crif, che mostra come nel mese di luglio la sola domanda di mutui (dato basato sulle pratiche effettivamente avviate e non solo sulle richieste di preventivo) sia aumentata del 63,2% annuo. Il dato - ricavato da un campione di 77 milioni di posizioni creditizie raccolto dall’EURISC, il sistema di informazioni legato a CRIF – mostra tuttavia una flessione rispetto ai mesi precedenti. In maggio l’aumento era stato infatti dell’84,5% annuo, e in giugno dell’81,1%.
Se cresce la domanda, cala però l’importo richiesto; evidentemente gli italiani riconsiderano con più prudenza le proprie possibilità di restituire il debito, alla luce di condizioni economiche che, anche quando stabili, sono sempre percepite come a rischio. Scende quindi a luglio l’ammontare dei prestiti richiesti per l’acquisto di una casa, che si attesta in media a 122.319 euro contro i picco di 140 mila euro registrato nel 2010. Nei primi sette mesi dell’anno, inoltre, oltre il 30% dei mutui richiesti si concentrava nella fascia di prestiti richiesti tra i 100 e i 150 mila euro: il 2% in più rispetto allo stesso periodo del 2014.
Di pari passo aumentano i tempi del rimborso prescelti dalle famiglie, che nel 75% dei casi si spostano oltre i 15 anni. La scadenza preferita, nel 24% dei casi, è quella compresa tra i 15 e i 20 anni, mentre circa il 42% dei casi preferisce scadenze tra i 20 e i 30 anni.
I dati CRIF confermano quanto anticipato nei giorni scorsi anche da ABI e Bankitalia. Secondo l’Associazione delle Banche Italiane, che considera un campione dell’80% degli istituti di credito del Belpaese, i mutui immobiliari sarebbero aumentati del 76,2% annuo nei primi sei mesi del 2015, per un totale erogato di 20,7 miliardi di euro. La sorpresa è che, contrariamente a quel che si è creduto finora, solo il 20% di tali erogazioni sarebbe rappresentato da surroghe, mentre la stragrande maggioranza degli importi sarebbero legati a contratti stipulati ex novo.
Tra le nuove erogazioni, sempre secondo ABI, il 52,8% sarebbero legate a mutui a tasso variabile, mentre il 60% a mutui a tasso fisso. Prevale quindi la voglia di approfittare degli spread eccezionalmente bassi, prevedendo un possibile rialzo dei tassi nei prossimi anni.
Altra buona notizia arriva dall’Agenzia delle Entrate e dal suo Rapporto Immobiliare Residenziale, secondo il quale sarebbe migliorato l’indice di sostenibilità dei mutui per le famiglie italiane. In altre parole, oggi è più facile, rispetto all’anno scorso, che chi stipula un mutuo sia in grado di pagarne puntualmente e fino in fondo le rate. L’indice che misura tale sostenibilità – ricavato da grandezze quali il reddito disponibile, i tassi di interesse, il costo dei mutui e il rezzi di mercato degli immobili – nel 2014 è migliorato di 2,3 punti percentuali raggiungendo il 9%. Il che significa che il 60% delle famiglie italiane è in grado di coprire il 30% del costo annuo del mutuo, un dato in miglioramento del 7% rispetto all’anno precedente. A giocare a favore, naturalmente, è stato il calo di tassi di interesse e la diminuzione nel costo degli immobili che si è registrata negli ultimi anni. Quanto al reddito disponibile, se non fosse calato dell’8% rispetto al 2008 avrebbe potuto dare luogo a risultati anche migliori.
6 August 2015 di Floriana Liuni
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