L’Italia ha i tassi più alti sui mutui in Ue
5 set 2023 | 2 min di lettura | Pubblicato da Cristina B.
Italia sul podio dei tassi più alti sui mutui. Un record che non fa certo contenti coloro i quali sono alle prese con i finanziamenti dell’acquisto della casa e hanno intrapreso la scelta del tasso variabile. Rispetto ai principali paesi europei, spiega il centro studi di Unimpresa, in un'analisi sull’andamento dei tassi negli ultimi anni, le banche italiane risultano essere quelle che adottano le condizioni peggiori sui finanziamenti destinati all'acquisto di abitazioni con un tasso - a maggio - pari al 4,23% medio. Il valore del 4,23% che Unimpresa registra per l’Italia, è, insomma, il livello più alto praticato dagli istituti di credito in Europa.
Confronto con gli altri Paesi Ue
Il documento di Unimpresa prende in esame i dati della Banca centrale europea e evidenzia che basta guardare i nostri vicini di casa per trovare condizioni decisamente più favorevoli. L’Italia ha una differenza di 52 punti base rispetto a Germania e Spagna (3,71%), di 135 punti rispetto alla Francia (2,88%), di 37 punti rispetto all'Austria (3,86%) e di 9 punti rispetto al Portogallo (4,14%).
Secondo il documento del Centro studi di Unimpresa se nel 2021 Germania, Spagna e Francia registravano dei tassi vicini a quelli italiani, lo stesso non si è verificato a partire dal 2022: mentre in Italia l'anno scorso veniva applicato un tasso medio del 3,34%, in Spagna era sufficiente il 2,91% e in Francia addirittura il 2,05% con un gap di 129 punti base.
Gli strumenti a disposizione
Che fare dunque per chi si trova alle prese con il caro rate? Abi, associazione bancaria italiana, ha invitato gli istituti di credito a essere disponibili con i propri clienti a rinegoziare la durata del mutuo puntando a un allungamento dei tempi ed alleggerendo così l’importo della rata. O anche rendendo più agevole il cambio del tasso da variabile a fisso, considerando per il passaggio soglie Isee più elevate rispetto a quelle previste dalla legge.
Il fattore tempo comunque è fondamentale, se il consumatore si trova in difficoltà con la rata dovrà tempestivamente contattare la banca perché per le regole europee se lascia trascorrere 90 giorni e non paga anche solo un importo rischia di essere considerato nei cattivi pagatori con la conseguenza di vedere il proprio debito classificato come cattivo e impedendo gli interventi contro il caro rate che possono essere attivati per un debitore in bonis.
5 September 2023 di Cristina Bartelli
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