Durata del mutuo: quali sono le principali

Le 3 cose da sapere:
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La durata del mutuo influisce sull'importo delle rate e sugli interessi totali da pagare.
1La durata del mutuo influisce sull'importo delle rate e sugli interessi totali da pagare.
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Mutui più lunghi offrono rate più basse ma comportano un costo complessivo maggiore.
2Mutui più lunghi offrono rate più basse ma comportano un costo complessivo maggiore.
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È importante scegliere una durata compatibile con le proprie capacità di rimborso.
3È importante scegliere una durata compatibile con le proprie capacità di rimborso.
La durata del mutuo indica il numero di anni entro cui il mutuatario si impegna a rimborsare l’intero capitale preso in prestito, più gli interessi concordati. Può sembrare un dettaglio secondario rispetto al tasso d’interesse o all’importo finanziato, ma in realtà incide profondamente su tutto il piano di ammortamento.
Una scelta troppo affrettata o influenzata solo dal valore della rata può portare a un indebitamento troppo lungo o a un’esposizione mensile non sostenibile. Inoltre, la durata condiziona anche l’accesso ad alcuni prodotti: per esempio, i mutui prima casa agevolati o green possono avere vincoli specifici sulla durata massima.
Sommario
Quali sono le possibili durate del mutuo?
Il periodo di rimborso del mutuo, in genere, varia a scaglioni di 5 anni ed è a medio-lungo termine. Le durate più comuni sono quelle a 20, 25 o 30 anni. Non mancano tuttavia i mutui a breve termine (a 5, 10 o 15 anni) e quelli con durate più estese, fino a 35 o 40 anni, a seconda della tipologia di offerta e dell'importo finanziato.
Un mutuo più breve comporta rate mensili più elevate, ma consente di risparmiare sugli interessi e di uscire prima dal debito. Al contrario, un mutuo a lungo termine offre rate più basse e accessibili, ma comporta un costo complessivo maggiore a causa degli interessi diluiti nel tempo. Il mutuo a medio termine (20-25 anni) rappresenta un buon compromesso tra risparmio e sostenibilità delle rate.
Come scegliere la giusta durata per il mutuo
La scelta della durata ideale dipende da diversi fattori:
- età
- reddito
- stabilità lavorativa
- progetti futuri
- tolleranza al rischio
I più giovani tendono a preferire durate lunghe per mantenere rate sostenibili, mentre chi ha un reddito stabile e vuole risparmiare sugli interessi può optare per durate più brevi. È consigliabile simulare diverse opzioni con un comparatore o consultare un consulente finanziario per trovare la combinazione più adatta al proprio caso.
Nel valutare la durata migliore per il tuo mutuo, ricorda che più la durata è prolungata, più alto sarà il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) richiesto dalla banca, l'indicatore principale per confrontare il costo reale dei finanziamenti. Questo avviene perché, all’aumentare degli anni, diminuisce la capacità dell’istituto di assicurarsi il rimborso delle rate, o in altre parole aumenta il rischio di insolvenza del cliente. La banca, quindi, si tutela facendo pagare al mutuante il suo rischio maggiore nel lungo periodo.
Ad esempio, un mutuo da 150.000€ a 20 anni con un tasso del 3% avrà una rata di circa 830€, ma la rata dello stesso mutuo a 30 anni scenderebbe a circa 630€. Tuttavia, il costo totale degli interessi può aumentare anche di 25.000€. Di conseguenza, alla fine del piano di rimborso si sarà pagata una quota di interessi potenzialmente molto più alta.
Questo significa che una rata più contenuta non è sempre la scelta più economica. È fondamentale valutare non solo la rata più bassa, ma anche il bilancio complessivo tra durata, tassi e spese accessorie.
La differenza tra un mutuo breve e uno più lungo si gioca anche sulla capacità di generare valore nel tempo. Un mutuo a 10 anni, seppur più impegnativo, può consentirti di reinvestire prima in altri progetti (es. seconda casa, investimenti finanziari, ristrutturazioni) perché riduce i tempi di esposizione debitoria. Viceversa, un mutuo a 30 anni può sembrare più leggero, ma blocca il tuo potenziale di credito: le banche guardano all’indebitamento residuo per concedere nuovi prestiti o aumenti di fido.
L’età del richiedente e le coperture assicurative
Un fattore spesso sottovalutato è l’età del mutuatario al momento della stipula e alla fine del piano. Le banche pongono limiti chiari: in genere l’età massima a fine mutuo non deve superare i 75-80 anni. Questo impatta soprattutto chi inizia un mutuo in età più avanzata, costringendolo a optare per durate più brevi e quindi per rate più alte.
Inoltre, una durata lunga comporta premi più alti per le assicurazioni obbligatorie, come quelle contro il rischio morte, invalidità o perdita del lavoro: spesso non ci si pensa, ma questi costi vanno inclusi nel calcolo del TAEG effettivo.
Ammortamento alla francese e interessi
Un altro aspetto tecnico ma fondamentale è il tipo di piano di ammortamento. Nella maggior parte dei casi si opta per quello "alla francese", che prevede rate costanti composte inizialmente da una quota interessi molto più alta rispetto al capitale.
Questo significa che, nei primi anni, stai rimborsando perlopiù interessi e solo in minima parte il capitale. Questo squilibrio è più marcato nei mutui lunghi e rende le estinzioni anticipate meno convenienti nei primi anni, perché l'ammortamento non ha ancora intaccato il debito residuo in modo sostanziale.
Ottimizzare la durata per aumentare la flessibilità futura
In un contesto economico incerto, può essere utile scegliere una durata lunga, ma con l’intenzione strategica di estinguere anticipatamente non appena le condizioni lo permettano. Alcune banche offrono prodotti flessibili che permettono di ridurre la durata nel tempo, senza penalità.
In alternativa, è utile accantonare un fondo dedicato all’estinzione parziale del mutuo, da usare per abbassare il capitale residuo ogni 3-5 anni, riducendo così il peso degli interessi e liberando margine sul bilancio familiare.
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