Mutui sospesi fino al 31 gennaio 2012
30 ago 2011 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.

Le famiglie italiane impegnate nella campagna dei mutui possono tirare ancora un sospiro di sollievo. È operativo l’accordo tra Abi e 13 associazioni dei consumatori (Acu, Adiconsum, Adoc, Assoconsum, Assoutenti, Casa del consumatore, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega consumatori, Movimento consumatori, Movimento difesa del cittadino, Unione Nazionale Consumatori) che ha determinato la proroga al 31 gennaio 2012 del termine ultimo per la presentazione delle domande per ottenere la sospensione delle rate dei mutui. Di fatto si rinnova un’altra volta l’impegno delle associazioni al sostegno delle famiglie in difficoltà. Più in dettaglio, le domande si possono presentare entro il 31 gennaio 2012 ma la sospensione (soltanto per operazioni che non ne abbiano già usufruito) può essere chiesta solo per eventi che si siano verificati entro il 31 dicembre 2011.
Possono chiedere la sospensione coloro che abbiano un reddito Isee familiare non superiore a 40mila euro, sempre che il capitale ottenuto col mutuo non superi 150mila euro e il contratto sia stato stipulato per l'acquisto o la ristrutturazione della prima casa. Secondo i dati più recenti, cioè quelli datati 31 maggio 2011, finora sono stati sospesi oltre 46.300 mutui per circa 5,5 miliardi di euro, mutui che hanno garantito alle famiglie che ne hanno fruito una liquidità di 339 milioni di euro. La nuova proroga (la seconda dopo i sei mesi concessi a gennaio) è stata motivata, si legge in una nota, “dal contesto della congiuntura economica che segnala il persistere di una ripresa ancora debole” ed è stata considerata necessaria, prosegue la nota, per dare aiuto “alle famiglie che si trovano in situazione di momentanea difficoltà” riconfermando “la volontà di sostenere la collaborazione tra le banche e le associazioni dei consumatori”.
Il grande escluso dalla contrattazione è stato il Codacons, che non a caso ha bollato “notizia bufala” questa nuova decisione di sospensione attuata dall'Abi. Se non si ampliano le condizioni necessarie per ottenere la sospensione delle rate, dice il Codacons, questa sospensione è solo “un rilancio a costo zero” utile, più che alle famiglie in difficoltà, “alle banche e all'Abi” che possono “promuovere la loro immagine”. Quando l'Abi ha lanciato l'iniziativa, a febbraio 2010, dice il Codacons, stimava che le famiglie che ne avrebbero beneficiato sarebbero state 130mila, tre volte tanto quelle che realmente in difficoltà. Nove mesi dopo, cioè a ottobre 2010, fa notare il Codacons, era stato toccato il tetto delle 31mila persone in difficoltà a cui, nei sette mesi successivi, si sono aggiunte appena altre 15mila famiglie, la metà rispetto al primo periodo. In futuro quindi, conclude l'associazione che tutela i consumatori, “ci si deve attendere l'ulteriore abbassamento delle persone coinvolte”. Per questo Codacons critica la misura sostenendo che essa non è sufficiente e che sia necessario trovare alternative che aiutino “realmente le famiglie in difficoltà” e sappiano “sostenere attivamente qualunque nucleo familiare in periodi di crisi come quelli attuali”.
di Franco Canevesio
Sandro rossi
29/09/2011, 15:21:01
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