Novità fiscali per gli affitti transitori
18 apr 2017 | 2 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
L’investimento immobiliare torna ad essere più conveniente grazie ad un nuovo taglio della tassazione sugli affitti. E’ stata approvata l’applicazione della cedolare secca al 10% sui contratti di affitto transitori, ovvero i contratti di affitto di breve durata. La novità è contenuta nel Decreto Ministeriale 16 gennaio 2017, pubblicato in Gazzetta Ufficiale a marzo. Tale provvedimento apre una nuova fase di contrattazione tra i proprietari edilizi e gli inquilini perché oltre a definire le regole e le agevolazioni fiscali previste per il contratto di locazione nel 2017, costituisce la base per i nuovi accordi locali per la stipula dei contratti d’affitto .
La cedolare secca al 10% potrebbe poi innescare ulteriori effetti positivi per il mattone tra cui favorire il recupero, anche tramite il mutuo ristrutturazione, di immobili in cattivo stato da proporre poi in locazione. Il provvedimento, che intende inoltre favorire l’emersione del “nero”, dovrebbe così stimolare le locazioni che durano da uno a 18 mesi nei capoluoghi di provincia e nelle aree metropolitane ad alta densità abitativa, ovvero tutti quei centri nei quali il mercato dell’affitto è regolato dai canoni minimi e massimi fissati dagli accordi locali.
Per poter beneficiare di tale tassazione occorre che la natura transitoria della locazione sia espressamente indicata nel contratto con una documentazione specifica da allegare.
Il decreto potrebbe spingere i proprietari di seconde case vuote a testare la convenienza della locazione. E il risparmio in effetti balza subito all’occhio: secondo l’ultimo Rapporto dell’Osservatorio del mercato immobiliare delle Entrate, il canone medio per i contratti brevi di case in affitto nei Comuni ad alta tensione abitativa è 507 euro al mese. Su una locazione transitoria di nove mesi, ad esempio, la possibilità di applicare l’aliquota al 10%, invece di quella al 21%, va a ridurre il carico fiscale sull’affitto da 958 a 456 euro, con un risparmio di 502 euro.
I vantaggi fiscali si coniugano poi con altre caratteristiche tipiche di un contratto di durata limitata: mentre il proprietario ha la possibilità di provare a “familiarizzare” con la gestione di una locazione, prima di impegnarsi con contratti di durata più lunga, l’inquilino può invece trovare più facilmente rispetto al passato un immobile in locazione per far fronte a trasferimento lavorativo temporaneo o alla necessità di seguire un corso di formazione in un’altra città rispetto alla propria.
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