Più di sei anni di stipendio per comprare casa
Pubblicato il 24 February 2016
Quante annualità servono a un comune mortale italiano per comprarsi casa? La domanda non è priva di un certo interesse proprio in un momento come questo, nel quale i mutui prima casa stanno performando in maniera adeguata, visto che anche l'ultimo Barometro Crif conferma, a gennaio 2016, il trend positivo della domanda di mutui da parte delle famiglie italiane, in rialzo del 48,6% rispetto allo stesso mese del 2015.
6,3 annualità per una casa. Per quanto concerne lo sforzo finanziario necessario all'acquisto, invece, l'Ufficio studi Tecnocasa ha analizzato quanti anni di stipendio siano necessari per acquistare un'abitazione. Bene, a livello nazionale il dato attuale parla di 6,3 annualità di stipendio, qualcosa in meno rispetto alle 6,6 annualità necessarie nel 2014. Tecnocasa ha inoltre raffrontato questo dato con quello del 2005 rilevando che, dieci anni fa, erano necessarie 10 annualità di stipendio per potersi permettere una casa propria, generalmente acquistata con un mutuo prima casa.
Roma la più difficile. A livello di grandi città, Roma resta quella in cui servono il maggior numero di annualità per permettersi un appartamento: 10,6 annualitò, nel 2015, qualcosa in meno rispetto alle 11 necessarie nel 2014 e decisamente meno rispetto alle 14,2 necessarie nel 2005. Interessante notare come a Bologna siano risultate necessarie, nel 2015, 5,9 annualità, lo 0,6% in meno rispetto al 2014 e decisamente meno rispetto alle 10,9 annualità del 2005. Anche Verona evidenzia una diminuzione dello 0,2% arrivando a 4,5 annualità dalle 4,7 di un anno fa (erano necessarie 7,1 annualità nel 2005). Firenze si mantiene invariata con le sue 8,5 annualità, (ne servivano 12,2 dieci anni fa) mentre Milano chiude il 2015 passando dalle 9 annualità del 2014 alle 9,1 dell'anno passato, decisamente meno rispetto alle 13,5 annualità necessarie nel 2005 per l'acquisto di un immobile. A Palermo e Genova ne servono molte meno: 4 annualità nel capoluogo siciliano (erano 4,2 nel 2014 e 6 dieci anni fa) e 4,2 nella città della Lanterna, dalle 4,5 del 2014 (e meno rispetto alle 7,7 di un decennio fa).
Dieci anni di variazioni. Riassumendo, il confronto a distanza di dieci anni mette in luce come Napoli e Bologna siano le città in cui si sono registrate le variazioni più consistenti (con, rispettivamente 5,3 e 5 annualità in meno). Diminuzione importante anche quella di Milano, che in un decennio ha visto un calo di 4,4 annualità mentre Firenze resta in linea col dato nazionale (-3,7 in dieci anni): seguono Roma, Bari e Genova (rispettivamente -3,6 e -3,5 le altre due, in dieci anni), mentre Palermo è la città che mantiene i valori più stabili (-2 annualità nel decennio 2005-2015).
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Il profilo dell'autore
Franco Canevesio Franco Canevesio, genovese, è giornalista professionista specializzato in economia e Borsa.
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