Affitti brevi, arriverà il censimento di case e camere

Previste nuove regole europee

Previste nuove regole europee

Pubblicato il 19 April 2024

Arrivano, a piccoli passi, i cambiamenti sul mercato degli affitti brevi. Procedono su un doppio binario, nazionale ed europeo.

Le novità in Italia

In Italia, il Decreto anticipi ha già introdotto alcune novità. Le più importanti sono l’obbligo di un codice identificativo nazione (il Cin), che va esposto nell’immobile e negli annunci, la presenza di dispositivi di sicurezza (come gli estintori) e la necessità di comunicare la Scia (segnalazione certificata di inizio attività) allo sportello Suap del Comune nel quale si trova l’immobile.

Il “censimento” europeo

Le norme italiane, però, non saranno le sole. Lo scorso 18 marzo, il Consiglio dell'Unione Europea ha approvato il regolamento sulla “Raccolta e condivisione dei dati riguardanti i servizi di locazione di alloggi a breve termine”. Era l’ultimo “timbro formale”, anche se prima dell’entrata in vigore potrebbero passare fino a due anni. Per alcuni aspetti, il regolamento Ue è più stringente rispetto a quello italiano. C’è infatti chi ha parlato di “censimento”.

Da una parte (in modo simile alle norme del nostro Paese) i locatori saranno obbligati a registrarsi, per ricevere un numero identificativo; dall’altra, le piattaforme che fanno da intermediari dovranno comunicare alle autorità nazionali il numero di pernottamenti di ciascuna struttura.

La registrazione europea dovrebbe però comportare la condivisione di maggiori informazioni. I locatori saranno obbligati a dichiarare le unità in affitto e, per ciascuna di esse, indirizzo, tipo di offerta (intera casa o parte dell’immobile), posti letto, se si tratta dell’abitazione principale o meno.

Perché Italia e Ue “stringono” sugli affitti

Al di là dei dettagli, sia la normativa italiana che quella europea hanno lo stesso obiettivo: normare un settore che ha innescato alcune distorsioni. Gli obblighi e i costi per gli affitti brevi sono meno onerosi rispetto alle strutture ricettive come gli hotel. Se per i piccoli proprietari questa differenza è comprensibile, nel caso di locatori che hanno diversi immobili si pone il tema di una concorrenza sleale. O, quantomeno, non ad armi pari.

C’è poi l’impatto che gli affitti brevi hanno sul mercato immobiliare locale e (di conseguenza) sui mutui. Nei centri storici a forte vocazione turistica, investire in un immobile conviene. E così i prezzi salgono, spingendo in altre zone la popolazione cittadina. Si rischia così uno svuotamento in favore di immobili esclusivamente destinati al turismo.

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Il profilo dell'autore

Paolo Fiore Giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.

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