Nuove misure per la sospensione dei mutui
Inclusi anche mutui di seconde case e per ristrutturazioni
La sospensione delle rate del mutuo guarda anche alle seconde case e alle ristrutturazioni. Con un protocollo siglato il 23 aprile 2020, l’Associazione delle banche italiane (Abi) e l’associazione dei consumatori hanno condiviso delle misure che rafforzano ed estendono quanto già previsto per tutelare le famiglie in difficoltà a causa dello stop alle attività lavorative per il Coronavirus.
Intanto sono già oltre 42 mila le domande richieste dalle famiglie per congelare le rate del mutuo prima casa accedendo al fondo Gasparrini. Di queste, fa sapere il Ministero dell’economia che ha pubblicato una nota statistica, il 70% delle comunicazioni sono state già accolte dalle banche.
Ma vediamo le novità del nuovo accordo che estende lo stop delle rate ad altre tipologie di mutui e finanziamenti. Nel protocollo si stabilisce che fino al 30 giugno 2020 è possibile chiedere la sospensione della quota capitale fino a un anno (anche per periodi minori ai dodici mesi e più volte nel tempo ma che siano comunque complessivamente 12 mesi) di mutui concessi per immobili non di lusso, per immobili non prima casa, per ristrutturazione, per liquidità che non rientrano nei benefici previsti dal fondo Gasparrini (che copre gli immobili non di lusso prima casa). La sospensione si estende anche per chi ha finanziamenti di credito al consumo in corso, più precisamente la dizione è: “i titolari di prestiti chirografari (intesi come prestiti non assistiti da garanzia reale) a rimborso rateale erogati prima del 31 gennaio 2020.”
Anche in questo caso, accanto alle casistiche già presenti, come perdita del lavoro o grave disabilità, sono aggiunte quelle legate all’epidemia di Covid 19: la sospensione e riduzione dell’orario di lavoro e, se partite Iva, il calo del fatturato del 33% rispetto al trimestre dello scorso anno.
Il protocollo esclude, però, i cosiddetti cattivi pagatori, coloro i quali hanno, in buona sostanza, finanziamenti classificati già come credito deteriorato o con rate che risultino non pagate al 31 gennaio 2020. Sono esclusi, inoltre, quelli per cui la polizza assicurativa copra il rischio della sospensione e quelli frutti di erogazioni dovute alla cessione del quinto dello stipendio o della pensione.
La sospensione non determina l’applicazione di commissioni e interessi salvo il caso in cui, chi fa la richiesta, poi, non sia puntuale con pagamento delle rate per la quota interessi alle scadenze originarie. La ripresa dell’ammortamento avviene al termine del periodo di sospensione o della richiesta di riavvio da parte del cliente con il corrispondente allungamento del piano di ammortamento per la durata pari al periodo di sospensione.
La richiesta, presentata attraverso una dichiarazione sostitutiva di certificazione e di atto di notorietà, va sottoscritta da tutti i cointestatari dei finanziamenti, dai garanti o dagli eredi. “Qualora questi ultimi siano impossibilitati a sottoscrivere la dichiarazione” si legge nel documento dell’Abi, “il mutuatario dovrà dichiarare sotto la propria responsabilità che tali soggetti acconsentano alla richiesta di sospensione.”
Sugli interventi a sostegno delle famiglie che hanno un mutuo prima casa, il Ministero dell’economia ha fornito i dati aggiornati per le richieste di sospensione prevista dal decreto legge Cura Italia. Al 17 aprile sono quasi 1,3 milioni le domande e le comunicazioni di moratoria su prestiti e finanziamenti sia a imprese sia a famiglie, che hanno il valore di oltre 140 miliardi.
Per il Ministero, poco più della metà delle domande, provengono dalle imprese (a fronte di prestiti per 101 miliardi), mentre sono oltre 600.000 le domande delle famiglie che vedono richieste per prestiti dal valore di 36 miliardi.
Circa 42.500 domande hanno riguardato la sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa (accesso al cd. Fondo Gasparrini), per un importo medio di circa 99.000 euro. “Si può stimare “, si legge nella nota del ministero dell’economia, “che circa il 70% delle domande o comunicazioni relative alle moratorie sia già stato accolto dalle banche; solo l’un per cento circa è stato sinora rigettato; la parte restante è in corso di esame”.
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