Mutui, importi in calo
Ancora dati in cattiva salute per il mercato dei mutui immobiliari italiani. Se infatti i dati di Mutui.it relativi allo scorso febbraio vedono un aumento delle surroghe dei mutui dal 9,7 (aprile 2012) al 13,7% in un anno nel 2013 – il che dovrebbe essere indice di un miglioramento delle condizioni di mercato dei finanziamenti per l’acquisto di una casa – le cifre del centro di rischio CRIF evidenziano come gli importi dei mutui erogati l’anno scorso siano calati in generale del 3,5% rispetto al 2012. Inoltre i contratti di compravendita di case, gli importi medi dei contratti continuano a scendere, mostrando un atteggiamento attendista da parte delle famiglie del nostro Paese, le quali attendono tempi migliori, o ulteriori diminuzioni dei prezzi, per fare buoni affari comprando la propria abitazione. Investimenti non necessari, poi, sono stati rimandati, indebolendo il ricorso agli istituti di credito per farsi concedere un mutuo. I finanziamenti richiesti hanno visto importi medi inferiori, e tempi di ammortamento maggiori.
Secondo l’ultimo studio della società, l’importo medio dei mutui ipotecari nel 2013 è stato di 141.254 euro, di pari passo con la dinamica dei prestiti. Le erogazioni dei finanziamenti personali si sono infatti attestate poco sopra i 12 mila euro, in calo del 3,8%, mentre quelli finalizzati sono scesi del 2,7%, a poco meno di 4 mila euro.
Centrale in questo calo di erogazioni è stata la dinamica della domanda interna, che è rimasta debole riguardo a tutti i beni mobili e immobili, a causa, a sua volta, del calo del reddito disponibile nei portafogli delle famiglie. In presenza, poi, di disoccupazione in aumento, le erogazioni da parte delle banche non possono che farsi più selettive, in presenza di un maggiore rischio di credito e della necessità di proteggere gli utili della banca riducendo le eventuali sofferenze. Scelta che, tuttavia, ha aggravato ulteriormente la situazione: secondo quanto comunica Banca d’Italia, le banche hanno stretto i cordoni della borsa nel 2013, anno in cui si è registrata una variazione dei prestiti alle famiglie del -1,5%.
Tendenza confermata per quanto riguarda il loan to valueconcesso dalle banche alle famiglie, ovvero la percentuale del valore dell’immobile coperta dal mutuo. Dal 2010 il valore è in continuo calo, e oggi spesso non arriva oltre il 50-60%.
Non meglio va sul fronte dei tassi di interesse, che, sulle nuove erogazioni, sono ancora alti benché in calo: condizioni che vanno a deprimere ulteriormente la domanda. Il tasso di interesse medio alla fine dello scorso anno si è attestato al 3,4% circa, mentre i tassi del credito al consumo si sono posizionati al 7,8% circa. In entrambi i casi si tratta di livelli ben superiori a quelli medi europei. Per questa ragione gli italiani hanno spostato le proprie preferenze verso contratti di mutuo che scommettono su un futuro calo dei tassi. Tornando a citare i dati di Mutui.it, la maggioranza delle preferenze (ovvero il 67%) si è orientata verso mutui a tasso variabile o variabile con cap, più convenienti rispetto ai mutui a tasso fisso (preferiti solo nel 26% dei casi) che si riferiscono al tasso IRS, al momento più elevato dell’Euribor a tre mesi (il tasso di riferimento per i mutui a tasso variabile).
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Commenti
Con la dichiarazione dei redditi del 2014 mi sono accorta di aver detratto in quella del 2013 la metà degli interessi passivi del mutuo. Ho tenuto conto di un solo semestre. Posso rimediare con il 730 di quest'anno? N.B. con gli interessi passivi pagati nell'anno scorso supererei già i 4000 euro.
RispondiGentilissima Immacolata, in linea di principio si potrebbe farlo, con la dichiarazione integrativa da presentare entro settembre. Se però lei ha già raggiunto il tetto massimo detraibile dei 4000 euro credo non valga la pena.
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