Dopo un 2013 depresso, le banche incentivano i mutui
2 mag 2014 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Pubblicato il 2 May 2014
Se il 2013 non è stato un anno granché positivo per i mutui, il 2014 si annuncia di tutt'altro tenore. Secondo gli ultimi dati Crif, le erogazioni di mutui casa, l'anno scorso, sono scese del 3,5%: un calo che ha coinvolto i prestiti personali (scesi del 3,8%) e i prestiti finalizzati (-2,7%).
I motivi di questo calo, tra i tanti, sono la debolezza della domanda interna che viene influenzata dal calo del reddito delle famiglie. La situazione infatti appare aggravata dalla criticità del mondo del lavoro che evidenzia un tasso di disoccupazione in costante aumento mentre l'occupazione rimane ai livelli minimi degli ultimi cinque anni. Questo comporta che l'offerta di credito da parte delle banche, nel 2013, sia rimasta sostanzialmente ferma e che le nuove erogazioni siano state ridotte.
Se questa è la brutta notizia, quella buona è che le principali variabili macroeconomiche, verso la fine dell'anno passato, hanno cominciato a intraprendere un trend in ripresa e che le prospettive, oggi, sembrano più favorevoli. Non a caso Banca d'Italia ha recentemente dichiarato che i tassi di variazione dei prestiti, giusto nel 2013, hanno registrato in complesso un -1,5%: l'offerta, sostiene la banca centrale, nel 2013 ha avuto un andamento molto cauto, con le banche tese a concedere mutui col contagocce, secondo criteri sempre più selettivi e tenendo conto dei livelli di rischio a cui esporsi nel caso di erogazione a famiglie che non potessero dare certezze economiche tali da poterlo ricevere.
A fine 2013 comunque, sostiene Bankitalia, il tasso medio d'interesse dei mutui è stato del 3,4%, confermandosi più alto rispetto alla media europea.
La situazione cambia a guardare i primi mesi del 2014: dopo l'euforia degli anni fino al 2007 e il momento nero della crisi, oggi si sta tornando a una certa normalità. La domanda di mutui cresce e le banche stanno lentamente tornando a erogarli proponendo offerte promozionali per intercettare nuovi possibili mutuatari, magari in aumento rispetto a prima.
Concretamente, sostengono gli esperti, la situazione attuale risulta favorevole alla sottoscrizione di un mutuo a tasso variabile capace di costare, in media, il 20% in meno rispetto a quello a tasso fisso, nonostante il fatto che i tassi Euribor o i tassi Bce, quelli utili a definire il tasso d'interesse totale sul mutuo (insieme allo spread) siano destinati a crescere, visto che in questo momento sono vicini allo zero.
Secondo l'ultima rilevazione del Crif, il 75% delle richieste di mutuo è a tasso variabile, con molti clienti che decidono di sottoscrivere per la prima volta un mutuo e parecchi che invece, attraverso la surroga, trasferiscono il mutuo presso un'altra banca, strappando tassi più vantaggiosi.
Il fenomeno, rileva il Crif, è diffuso tanto che, nel primo trimestre 2014, le surroghe hanno raggiunto il 17% del totale dei nuovi mutui, dimostrandosi in crescita rispetto allo scorso anno. In questo primo scorcio di 2014 non sono però cresciute solo le surroghe: è tornato infatti il segno positivo anche sui mutui destinati alle famiglie per acquistare la casa, in rialzo del 18,5%.
La novità maggiore riguarda comunque una modalità di offerta di mutui che le banche sperimentano, puntando sulle domande di mutui di maggiore qualità, cioè su possibili mutuatari che richiedano mutui con un basso loan to value, dunque con un rischio minore per la banca stessa. Il loan to value è la percentuale di contanti che il mutuatario può fornire all'istituto di credito al momento della stipula del mutuo. Chi chiede un mutuo per importo inferiore al 50% del valore dell'immobile, in sostanza, può godere di una riduzione del tasso di spread applicato sul mutuo. I mutuatari che abbiano un alto merito creditizio, in concreto possono godere, soprattutto in caso di mutui a tasso variabile, di spread in discesa anche del 2,1% rispetto al 2013: una bella percentuale, anche se ancora lontana dai livelli precrisi.
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