Mutui: aumentano le richieste, ma diminuisce la rata
In calo anche l'esposizione residua media
Pubblicato il 23 March 2021
Con l’emergenza Covid-19 ancora in atto, gli italiani rafforzano una loro tradizionale tendenza: si confermano grandi risparmiatori.
Nel 2020, secondo un rapporto CRIF, è aumentata del 3,7% la platea di chi ha un mutuo o un prestito, che adesso costituisce il 42,2% della popolazione maggiorenne.
Allo stesso tempo, però, la rata media è calata del 3,8%, attestandosi a 324 euro al mese.
La pandemia sembra, quindi, avere ulteriormente ridotto la propensione al rischio, come conferma anche l'esposizione residua media di 32.321 euro, in calo dell’1,2%.
Debiti sostenibili
L’analisi di CRIF evidenzia l’atteggiamento prudente delle famiglie, che fanno fronte a una situazione di incertezza lavorativa e reddituale riducendo la propria esposizione verso gli istituti di credito.
La sostenibilità degli impegni assunti è molto sentita, con rate ben calibrate rispetto al proprio reddito, favorendo periodi di rimborso più lunghi.
Rischi contenuti (per ora)
La cautela ha permesso di tenere sotto controllo i rischi. Il tasso di default è dell’1,9%, in salita rispetto al 2019, ma comunque a livelli molto bassi, grazie alle azioni del Governo come la moratoria che ha consentito di sospendere il pagamento delle rate.
Il timore di alcuni specialisti è che, però, questo dato sia destinato ad aumentare drasticamente quando termineranno il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione legata al Covid.
Per cosa si indebitano gli italiani
Osservando il trend degli ultimi cinque anni, si nota un calo costante dei mutui (21% del totale dei prestiti finalizzati nel 2020), in concomitanza con la diminuzione delle compravendite immobiliari e dei prestiti personali (31,2%, in calo del 5,1% su base annua).
Al contrario, aumentano i prestiti finalizzati all’acquisto di beni come auto, moto, arredamento, elettronica e impianti per l’efficientamento energetico della casa, un settore che ha usufruito dei massicci incentivi varati dagli ultimi governi.
Le differenze regionali
Le regioni del Nord sostengono le rate mensili più alte: in testa il Trentino-Alto-Adige (429 euro), seguita da Lombardia e Veneto (366 euro).
Calabria (269 euro) e Sardegna (273 euro) registrano invece quelle più basse.
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Il profilo dell'autore
Paolo Fiore Giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.
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