Le scelte abitative degli italiani post Covid
Alla ricerca di case ampie e con spazi esterni
Pubblicato il 19 March 2021
Quanto sono cambiate le scelte abitative degli italiani con l'emergenza sanitaria? Tanto, secondo la fotografia dell'Ufficio Studi Tecnocasa.
La domanda si è spostata verso le zone periferiche e semicentrali. I potenziali acquirenti si orientano di più verso soluzioni abitative con spazi esterni o con metrature più ampie rispetto a prima del Covid (e dello smart working).
Italiani a caccia di case più grandi (e di mutui più piccoli)
Gli italiani, secondo Tecnocasa, sono sempre più alla ricerca di abitazioni grandi che abbiano terrazzi, balconi e giardini.
Dall’analisi Tecnocasa emerge che nei primi sei mesi del 2020, quindi in pieno lockdown, le aree centrali delle città hanno perso l’1,2%, quelle semicentrali sono scese dello 0,3% e quelle periferiche dell’1,6%.
È un cambiamento simile a quello che ha riguardato il mercato dei mutui: secondo il Crif, infatti, nel 2020, complice la pandemia, si è allargata (di poco, +3,7%) la platea di quanti hanno acceso un mutuo o un prestito, i quali però hanno deciso di abbassare del 3,8% la rata che si è attestata a 324 euro di media.
Milano e Napoli, le zone centrali patiscono la mancanza di investimenti
In grandi città come Milano, Napoli, Bari e Verona, le zone periferiche hanno ottenuto dei risultati più soddisfacenti rispetto a quelle centrali o semicentrali.
Non a caso, negli ultimi dieci anni, le abitazioni delle zone centrali hanno lasciato sul terreno il 13,8% del loro valore. Le abitazioni delle zone semicentrali hanno perso anche loro, ben di più rispetto alle case di aree centrali: in valore, in dieci anni hanno lasciato sul terreno il 29,8% del loro valore.
Peggio ancora le abitazioni delle zone periferiche che sono crollate del 34,2%.
2020 giù del 7,7%: meglio i comuni non capoluogo
Detto questo, vediamo come si comportano le compravendite nel post lockdown, cercando di capire quali siano attualmente le zone più gettonate.
Secondo Tecnocasa, le compravendite, a livello nazionale, nel 2020 sono scese del 7,7% rispetto al 2019, portandosi, secondo i dati Agenzia delle Entrate, a quota 557.926.
Le performance migliori si sono avute nei comuni non capoluogo a discapito di quelli capoluogo: i primi hanno registrato una contrazione del 5,7% degli scambi, i secondi sono calati dell’11,4%.
Il dato, fanno sapere da Tencocasa, conferma quanto gli acquirenti di immobili, dal lockdown, apprezzino molto di più le realtà più piccole e periferiche rispetto a quelle più grandi.
Milano, Firenze e Bologna le città che hanno perso di più nel 2020
Tra le grandi città, Milano è stata quella che ha perso di più in termini di volumi: -17,6%. Nel 2019 le compravendite sono state 26.232, nel 2020 sono scese a 21.625.
Dietro il capoluogo meneghino c'è Firenze (-15,2%) con 4.214 compravendite nel 2020 (dalle 4.967 del 12019) poi, terza, Bologna (-15,1%) con 5.348 compravendite nel 2020 a fronte di 6.299 transazioni del 2019.
Le città che hanno perso meno? Sono Bari (-8,8%) dove si è passati dalle 3.447 compravendite nel 2019 alle 3.145 nel 2020; Genova (-9,4%) dove nel 2019 si contavano 7.404 transazioni e 6.706 nel 2020, e poi Roma (-10%) passata da 32.787 compravendite del 2019 a 29.505 del 2020.
A Napoli la contrazione è stata del 14,8%: da 7.438 compravendite del 2019 a 6.335 nel 2020.
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Il profilo dell'autore
Franco Canevesio Franco Canevesio, genovese, è giornalista professionista specializzato in economia e Borsa.
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