La Bce inverte la rotta: cosa cambia per i mutui
A luglio un rialzo dei tassi di 25 punti base
Pubblicato il 23 June 2022
Per anni, la Banca centrale europea ha avuto una missione: sostenere l'economia. Lo ha fatto attraverso strumenti più o meno convenzionali: il calo dei tassi e l'acquisto di titoli in modo da alleggerire (indirettamente) il peso del debito sugli Stati membri. L'azione è stata continua e forte, anche perché non ha dovuto fare i conti con un possibile “effetto collaterale”: l'inflazione.
La crescita dei prezzi è stata, per molto tempo, contenuta. Ecco perché la Bce ha potuto tenere i tassi ai minimi per così tanto tempo, favorendo – tra le altre cose – anche i mutui.
Che cosa ha annunciato la Bce
Adesso però il quadro è cambiato: se da una parte l'economia – pur in ripresa dopo la pandemia – non è “fuori pericolo”, dall'altra l'inflazione preoccupa: in Italia, a maggio, è stata del 6,8%, ben oltre quel 2% che l'Ue si è posta come riferimento.
I banchieri europei hanno allora deciso di invertire la rotta: “Fine agli acquisti netti di titoli dal primo luglio 2022”. Tassi d'interesse ancora fermi, ma con la prospettiva, già annunciata, di un rialzo “di 25 punti base al meeting di luglio” e di un ulteriore ritocco a settembre. Quest'ultimo, se l'inflazione non dovesse calare, potrebbe essere “maggiore” rispetto a luglio, cioè di 50 punti base.
Quanto potrebbe aumentare la rata?
Le mosse della Bce hanno conseguenze, non del tutto prevedibili, sui prestiti alle imprese, sull'andamento dei prezzi, sulla crescita economica. E anche sui mutui, che nei prossimi mesi diventeranno più cari.
Rispetto a inizio anno, ancor prima di un intervento della Banca centrale, i mutui a tasso fisso sono diventati più salati. Nei prossimi mesi, i rincari potrebbero essere ancora più pesanti, colpendo anche i mutui a tasso variabile. Secondo le simulazioni di Facile.it, nel giro di un anno, la rata mensile potrebbe lievitare di 120 euro.
L'impatto sul mercato immobiliare
Avere dei mutui meno agevoli potrebbe avere poi un altro effetto: far desistere i potenziali compratori. Secondo un’indagine commissionata da Facile.it e compiuta a fine maggio da mUp Research e Norstat, quasi due milioni di italiani hanno bloccato la ricerca di un nuovo immobile a causa dei tassi più elevati. Un dato che, visto il domino innescato dalla Bce, potrebbe diventare molto più pesante nei prossimi mesi.
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Il profilo dell'autore
Paolo Fiore Giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.
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