In calo le compravendite ma italiani sempre fedeli al mutuo
Prezzi delle case tendenti alla stabilità
Pubblicato il 24 March 2023
Calo delle compravendite e italiani sempre più ancorati ai mutui prima casa per comprare l'abitazione. Sono questi i due dati principali che emergono dall'Osservatorio sul mercato immobiliare, con cui Nomisma fotografa la situazione delle principali città italiane. Tra recessione inflazione, immobilità salariale, incertezza geopolitica e politiche monetarie non sempre efficaci, il mercato immobiliare in Italia tarda a vedere il calo delle compravendite e dei prezzi.
Nomisma, la flessione non è lontana
Stando alle previsioni del centro studi Nomisma, infatti, il 2022 si è chiuso con 784 mila compravendite mentre il 2023 si chiuderà con 670 mila, il 14,6% in meno, il 2024 con 643 mila e il 2025 con 669 mila. D'altra parte il calo nelle compravendite è stato evidente già negli ultimi mesi del 2022, che hanno visto un ribasso del 2,1% soprattutto sul mercato di Milano, negativo da due trimestri.
Italiani dipendenti dal mutuo
Le famiglie italiane, secondo il rapporto Nomisma sono ancora fortemente dipendenti dal mutuo, soprattutto dai mutui prima casa, per acquistare l'abitazione. Pensate che solo un 17% degli italiani non prende in considerazione l'acquisto con mutuo.
Eppure le richieste di mutuo sono scese. Perché? Perché le famiglie si percepiscono più fragili economicamente e si accostano con più cautela alle banche temendo un rifiuto. Situazione, questa, che trova riscontro nell’inasprimento delle condizioni di concessione di credito da parte delle banche che non abbandonano la via della prudenza sia a causa delle politiche monetarie che degli aumenti dei tassi di interesse, che potrebbero portare a un aumento delle insolvenze.
Mutui 2023, diminuzioni a due cifre
Dopo un 2022 caratterizzato da una sostanziale stabilità delle erogazioni (+1%), Nomisma prevede per il 2023 una diminuzione a due cifre, sia dei nuovi mutui (-18% annuo) sia delle surroghe e sostituzioni (-47%).
Il gap tra salari e inflazione, secondo Nomisma, a fine 2022 era del -9,6% e non si ridurrà nel 2023: questo causerà maggiori difficoltà nel rimborsare i mutui da parte delle famiglie italiane, peggiorando il clima di fiducia e le conseguenti intenzioni di acquisto.
Prezzi immobiliari, valori ancora positivi
Secondo Nomisma i valori sono ancora in positivo ma tendono alla stabilità: se, in valori nominali, il 2023 vedrà un +1% (a fronte di un +3,1% nel 2022), questo si tradurrà in un calo del 4,8% se corretto per l’inflazione. Stessa musica per gli anni successivi: in valori nominali si vedrà un aumento, nel 2024, dello 0,2% e nel 2025 dello 0,5% che, corretto per l’inflazione, si tradurrà rispettivamente in un -2,5% -1,4%.
Altro elemento determinante per i prezzi, oltre all’inflazione, è la scarsa offerta di case nuove, espressione dell’aumento del prezzo delle materie prime sul mercato immobiliare.
Chi compra e perché lo fa
La domanda di acquisto casa, secondo Nomisma, è legata soprattutto a investimento (14%), sostituzione (29%) ma soprattutto prima abitazione (45%). Crolla del 28% l’acquisto delle case vacanza e cala del 6% quello della casa per un familiare.
Chi acquista casa, infine, proviene soprattutto dai comuni capoluogo e cerca una casa in altra zona dello stesso comune (25%) oppure risiede in un comune dell’hinterland e vuole andare ad abitare nel capoluogo (23%).
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Il profilo dell'autore
Franco Canevesio Franco Canevesio, genovese, è giornalista professionista specializzato in economia e Borsa.
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