Obbligazioni ipotecarie USA, affare del 2019?
L'analisi di Michael Canter sulle obbligazioni ipotecarie USA
Pubblicato il 6 March 2019
Arriva dagli Stati Uniti la buona novella destinata a chi intende investire nel mattone. Insomma, per una volta il mercato dei mutui ipotecari e quello dei mutui prima casa diventa protagonista. Le obbligazioni ipotecarie made in Usa, infatti, hanno come sottostante proprio i mutui e questo, secondo Michael Canter, direttore US multi-sector e securitized assets di AllianceBernstein, presentano un vantaggio non indifferente: invece di contare su bilanci di governi oppure di società, fanno affidamento sui bilanci personali dei cittadini americani proprietari di una casa e la cui solvibilità è legata al mercato del lavoro americano e ai vari livelli salariali. In questo momento, sostiene Canter, rappresentano per gli investitori europei un’importante opportunità di diversificazione con rendimenti interessanti.
Rendimenti molto interessanti. Perché investire in questo segmento? Perché, dice Canter, le obbligazioni ipotecarie statunitensi sono meno sensibili ai rischi che ossessionano gli investitori europei e quelli globali, tipo Brexit, l'instabilità politica dell’Area euro, o, ancora, il rallentamento cinese. Questo, sostiene Canter, rende la performance di queste obbligazioni decorrelata dai vari fattori di rischio. Non solo: con una capitalizzazione di circa 9,4 trilioni di dollari, il mercato dei mutui ipotecari statunitensi offre una grande varietà di costituenti sia per dimensione, sia per numero che per profilo di rischio/rendimento. E offre un'ampia scelta tra obbligazioni a cedola fissa e a tasso variabile. Ultimo ma non ultimo, offre redimenti interessanti, visto che il prezzo medio di una casa mono-familiare negli Stati Uniti è salito poco oltre il 40% rispetto all’ultimo crollo del mercato immobiliare. E non parliamo di bolla, dice Canter: questo perché le scorte restano ristrette e la domanda futura in buona salute.
Puntare anche sui mutui più costosi. Insomma, conviene puntare sui mutui secondo Canter, anche su quelli più costosi. Perché, dice l'esperto, l'anno scorso l’accessibilità degli immobili, pur restando sopra ai livelli del quinquennio 1999-2003, è scesa a causa dei prezzi più alti e dei rialzi nei tassi ipotecari. La mole dei pagamenti, però, non è l’unica variabile che definisca l’accessibilità di un immobile; questa dipende anche dai livelli di reddito che sono aumentati in linea con la crescita economica. Una dinamica, che, nel tempo, dovrebbe aiutare a mitigare l’effetto negativo dei mutui più costosi. Senza contare poi, sostiene Canter, la revisione nelle aspettative Usa dei rialzi dei tassi di interesse.
Largo ai Millennials. Insomma, da qualunque parte la si consideri, l'investimento nei mutui statunitensi sembra un'occasione da non lasciarsi sfuggire. Tanto per la domanda quanto per l’offerta, i trend supportano i prezzi delle case anche grazie a fattori demografici che aiuteranno di certo il mercato nei prossimi anni. I millennials, per esempio, sottolinea Canter, si avvicinano all’età in cui comprano casa per la prima volta. E anche se dovessero acquistarla a un ritmo inferiore rispetto a quello delle generazioni precedenti, la cosa si tradurrebbe comunque nell'aumento della domanda, grazie alle dimensioni assolutamente grandi di questa fascia demografica.
Il mercato dei mutui ipotecari resta attraente. “Considerando le dinamiche di accessibilità, di domanda e di offerta, ci aspettiamo che i prezzi delle abitazioni continuino a salire anche se a ritmo più blando: dal 2% al 3% rispetto al +6% degli anni scorsi”, spiega Canter. Inoltre, secondo l'esperto, chi investe in pacchetti di crediti immobiliari residenziali deve tener conto di un altro fattore, ossia la qualità media dei debitori, che riflette la solidità del mercato del lavoro, attualmente segnata da un tasso di occupazione elevato e da salari in aumento, e riflette al contempo standard molto rigidi di sottoscrizione. Un passo avanti deciso rispetto al biennio 2006-2007 quando ciò non esisteva, con tanti sottoscrittori che non avevano lavoro, né reddito né documentazione.
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Il profilo dell'autore
Franco Canevesio Franco Canevesio, genovese, è giornalista professionista specializzato in economia e Borsa.
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