I tassi in aumento “costano” 120.000 compravendite

In calo anche la stipula di nuovi mutui

In calo anche la stipula di nuovi mutui

Pubblicato il 3 April 2023

Tassi in aumento, famiglie prudenti e banche più caute. Sono gli ingredienti che, secondo l'Osservatorio Nomisma, stanno rallentando il mercato immobiliare 2023. Il calo, sia per i nuovi mutui che per le compravendite, dovrebbe essere a doppia cifra.

La dinamica dei mutui

Il 2022 è stato l'anno dell'inflazione e dell'aumento dei tassi (che sta proseguendo). La politica economica restrittiva non si era però ancora scaricata sul mercato, con erogazioni stabili (+1%) e una forte diminuzione di surroghe e sostituzioni (-70%, frutto però di una sorta di ritorno alla normalità dopo il picco post-lockdown).

Nel 2023, stima Nomisma, il cambio di passo monetario - con tassi passati in media dall'1,93% di maggio 2022 al 3,79% a febbraio di quest'anno – sta iniziando a pesare. I nuovi mutui dovrebbero diminuire del 18% e le surroghe-sostituzioni del 47%.

L'impatto sulle compravendite

Non sorprende che il numero complessivo delle compravendite - spesso aggancia a un mutuo – sia coerente con il calo delle erogazioni: la flessione dovrebbe essere del 14,6%. Traducendo le percentuali in case: sarebbero tra le 100.000 e 120.000 compravendite in meno.

La frenata dovrebbe essere particolarmente brusca nella prima metà dell'anno. Il quadro dovrebbe poi migliorare, a patto che la Bce scavalchi il picco dei tassi e allenti la stretta monetaria. Uno scenario, a oggi, probabile ma non scontato: “L'entità della correzione – spiegano gli esperti di Nomisma - dipenderà dalla severità del rallentamento in atto e dall'orientamento che la Bce darà alle politiche monetarie dei prossimi mesi".

Cautela e prudenza

Gli effetti dei tassi in aumento non sono diretti, ma passano e vengono acuiti dai comportamenti delle famiglie e delle banche. Le prime tendono ad aspettare: con l'inflazione, si hanno meno soldi da spendere. In più, i prezzi degli immobili non calano e sottoscrivere un mutuo è meno conveniente di un tempo.

Oltre alla flessione della domanda, le compravendite devono superare un altro imbuto. Le banche tendono a concedere un mutuo con più cautela: essendo più oneroso, adottano criteri più stringenti per essere (per quanto possibile) certi che il cliente possa ripagare il prestito.  

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Il profilo dell'autore

Paolo Fiore Giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.

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