Mutui: giugno da record

Protagonisti sia i mutui a tasso fisso che a tasso variabile

Protagonisti sia i mutui a tasso fisso che a tasso variabile

Pubblicato il 28 June 2019

Non c’è limite al meglio. Apre così, con una nota di ottimismo, l'articolo di Vito Lops sul Sole24Ore sul mercato dei mutui, compresi i mutui prima casa. Un mercato che, sostiene Lops, ci abitua ad aggiornare record che sembravano imbattibili. E questo accade tanto sul tasso fisso che su quello variabile.

I 4 record di giugno 2019. Giugno foriero di nuovi guinness. Una serie di track record del mercato mutui italiano ha attraversato il mese che si sta per concludere. Tra questi, il costo medio dei mutui a tasso fisso (a 20 e 30 anni) è sceso all’1,68%, livello più basso di tutti i tempi. Altro record: il costo del fisso è sceso ai minimi perché l'Eurirs, l'indice con cui viene calcolata la rata il giorno della stipula, ha ritoccato al ribasso i suoi precedenti minimi. In questo caso ha avuto buon gioco il calo nel rendimento del bund tedesco che, a sua volta, è sceso a -0,328%, i minimi (a 10 anni). Terzo elemento record: l’Euribor a un mese, cioè l’indice in base al quale vengono calcolate le rate variabili di mese in mese, è sceso anch'esso al minimo assoluto, -0,398%. Ultimo record: i mercati danno per scontato che la Bce taglierà di almeno dieci punti base il tasso sui depositi, portandolo dall’attuale minimo assoluto di -0,4% a -0,5%, forse anche -0,6%. Non appena questo accadrà, le rate di coloro che pagano un mutuo a tasso variabile, anche mutuo prima casa, scenderanno ancora, anche se sono già molto basse visto che oggi allo spread va sottratto (e non sommato) l’Euribor, che è negativo.

Effetto Draghi: 300 euro di risparmio l'anno. Questi record, al momento, sono spalleggiati e non vengono ostacolati dalle banche che, tecnicamente, hanno il potere, aumentando lo spread, di neutralizzare l’effetto della riduzione dei tassi, ovvero l'Eurirs per i mutui a tasso fisso e l'Euribor per i variabili.  A cambiare lo scenario sono state le parole del presidente Bce Mario Draghi pronunciate il 18 giugno. L'effetto Draghi si è combinato con l’effetto-Fed, visto che anche la banca centrale Usa si appresta a tagliare i tassi in modo da stimolare ancora l’economia. Il combinato potrebbe comportare un vantaggio di 300 euro l’anno per chiunque stipuli un mutuo oggi, invece che a gennaio. In prospettiva, comunque, entro fine anno, il risparmio dovrebbe riguardare anche i vecchi mutuatari, quelli rimasti fedeli al tasso variabile. Se la Bce ridurrà di 10 basis point il tasso sui depositi, la rata di un mutuo medio, anche mutuo prima casa, da 130 mila euro dovrebbe ridursi di 7-10 euro, a seconda delle rate residue. Cifre che sono da raddoppiare nel caso in cui la Bce tagli il tasso di 20 punti base, cosa che gli esperti non escludono a priori.

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Il profilo dell'autore

Franco Canevesio Franco Canevesio, genovese, è giornalista professionista specializzato in economia e Borsa.

All'inizio negli anni '90 si è occupato di cronaca su La Repubblica lavorando al contempo come giornalista in alcune televisioni libere liguri. A Milano è stato redattore capo di Italia-iNvest.com, primo sito italiano specializzato in economia. Ha lavorato al sito “Lettera finanziaria” di Giuseppe Turani. Sulla carta stampata ha lavorato con Affari & Finanza ed è stato caporedattore di Finanza e Mercati. Attualmente lavora a MF-Milano Finanza.

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