La prima cosa da capire, quando si sta per richiedere un mutuo con finalità di acquisto, è se l’immobile che si intende comprare sarà adibito ad abitazione principale e potrà quindi essere considerato “prima casa”. Questo dà infatti accesso ad una serie di agevolazioni che possono ridurre sensibilmente il peso economico del mutuo e che, inevitabilmente, vengono meno nel caso in cui l’abitazione sia considerata “seconda casa”.
I mutui seconda casa non beneficiano dell’imposta sostitutiva dello 0,25% ma tassano invece l’importo finanziato al 2%, aumentando di ben otto volte la spesa aggiuntiva. Per non pagare questa onerosa eccedenza è necessario che siano soddisfatti i seguenti requisiti:
Quando uno di questi requisiti non è soddisfatto, è necessario stipulare un mutuo seconda casa. La legge, con il decreto 220/2004, stabilisce che il mutuatario deve presentare la richiesta di mutuo indicando tutte le caratteristiche che servono ad identificare l’abitazione come prima o seconda casa: dimensioni, ubicazione e servizi aggiuntivi, oltre ovviamente alla situazione del richiedente. Prima di redigere la documentazione è quindi opportuno informarsi bene sulle condizioni che determinano la differenza tra prima casa e seconda casa, per non presentare richieste non idonee andando incontro a un sicuro rifiuto da parte della banca.
In alcuni casi, tuttavia, è possibile mantenere le agevolazioni fiscali sulla prima abitazione anche se ci si sposta in un’altra casa. Questo accade, ad esempio, quando il trasferimento nella seconda casa avviene per motivi di lavoro, cosa che consente anche di affittare l’immobile senza rinunciare alle detrazioni, o per motivi di salute, anche se in questo caso non è prevista la possibilità di affitto.