Nuovo Euribor nel 2019, quali effetti sui mutui?
L’Euribor va in pensione. Proprio così: entro la fine del 2019 il tasso di prestito interbancario al quale sono agganciati i mutui a tasso variabile sarà archiviato, sostituito da un nuovo indice, diversamente calcolato.
La notizia, degli scorsi giorni, viene a coronamento di una serie di considerazioni che da tempo serpeggiano tra le fila dello European Money Market Institute, impegnato a cercare di realizzare un indice più affidabile rispetto a quello attuale, che nasce dagli accordi di troppe poche banche per essere considerato un buon benchmark, o termine di paragone. Fino ad ora l’indice, il cui nome è acronimo di Euro Inter Banked Offered Interest, cioè tasso di interesse offerto a livello interbancario in Europa, è stato infatti un compendio dei costi del denaro applicati da un gruppo di banche dislocate in varie zone d’Europa per prestarsi reciprocamente denaro a diverse scadenze, da una settimana a 12 mesi. Tenendo conto che diverse zone d’Europa possono avere esigenze diverse, anche le banche possono chiedere tassi diversi per concedere prestiti ad altre banche: ecco perché è necessario fare una media. Nel 2012 i tassi interbancari considerati erano oltre 40; ora che si sono dimezzati urge trovare una nuova soluzione.
Il nuovo indice si baserà quindi sui prezzi reali, ricavati dalle transazioni di mercato, ma non in maniera esclusiva – una direzione che pure si era tentata per ottenere una maggiore trasparenza – per limitare l’eccessiva esposizione dell’indice alle fluttuazioni finanziarie. Il nuovo Euribor si baserà quindi su un sistema ibrido: in parte legato all’effettivo andamento dei mercati finanziari, in parte ad altri dati che conferiscano maggiore stabilità. Gli algoritmi per il calcolo dovrebbero essere pronti già dalla fine di quest’anno, ma il nuovo indice richiederà ancora un paio d’anni per diventare operativo, per dare tempo ai vari contratti ad esso agganciati (tra cui mutui per oltre mille miliardi) di scadere.
Una volta nato il nuovo Euribor, quali saranno gli effetti sui prodotti finanziari? Ad esserne influenzati saranno i mutui privati e societari, oltre che alcuni prodotti cosiddetti “derivati”, prestiti alle imprese e obbligazioni con cedola variabile. Probabilmente il primo effetto sarà quello di una maggiore fluttuazione dei tassi che non dipenderanno più esclusivamente dalle decisioni delle banche, le quali possono avere tutto l’interesse a mantenere fisso (e basso) il costo dei finanziamenti interbancari. Non vedremo quindi più, come è successo quest’anno, ad esempio, un Euribor a un mese fermo per 12 mesi intorno al -0,4%, ma lo vedremo muoversi maggiormente, seguendo l’andamento del mercato. Il che vuol dire che anche i mutui a tasso variabile potranno diventare rapidamente più costosi col passare del tempo, soprattutto quelli accesi ora o prossimamente, tenendo conto che al momento i tassi sono su livelli molto bassi che presumibilmente presto risaliranno.
Ora questa, naturalmente, è solo una nostra congettura perché quali saranno realmente gli effetti del nuovo Euribor lo potrà dire solo il tempo, alla luce di quello che sarà l’algoritmo finale per il nuovo calcolo dell’indice. Quello che consigliamo quindi è di restare sintonizzati e mantenersi informati sulle prossime evoluzioni dell’indice, onde evitare di fare scelte non ponderate al momento di accendere un nuovo mutuo.
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