Mutui in crescita, ma quali?
Al volgere del nuovo anno si torna sulla giostra di numeri legati all’andamento dei mutui in Italia, e quel che si scopre è che il paradosso resta sempre lo stesso: nonostante si sia registrato un “boom” della domanda di finanziamenti per l’acquisto di immobili, il mercato immobiliare resta in sostanziale stallo, e per giunta aumenta il numero di persone non più in grado di restituire i prestiti ricevuti.
Gli ultimi dati sono quelli di Abi, l’associazione delle banche italiane, che confermano l’inarrestabile calo nei tassi d’interesse applicati ai mutui. Tassi che sono giunti ormai ai minimi dal giugno del 2010. Lo scorso dicembre, secondo i dati, gli spread applicati dalle banche sono scesi dal 2,57 al 2,51%, registrando un decremento mensile dello 0,6%.
Tale situazione è quella che ha portato a ciò che, in maniera forse abusata, viene chiamato il “boom” dei mutui, definizione quanto meno impropria se si considera che tali dati sono probabilmente drogati dalle condizioni macroeconomiche, più che dall’effettiva ripresa del mercato degli immobili. Nei primi 11 mesi dello scorso anno il dato mostra infatti un impressionante aumento del 97,4% annuo nel numero di mutui concessi per l’acquisto di immobili residenziali. Tra le nuove erogazioni, i due terzi dei mutui sono a tasso fisso (per approfittare, logicamente, della “bonaccia” attuale) mentre circa un terzo dei nuovi finanziamenti è in realtà rappresentato dalle surroghe, ovvero riscrittura di contratti di mutuo già esistenti per approfittare delle condizioni più favorevoli del mercato; ma senza, con ciò, aumentare il numero effettivo di contratti di mutuo in essere. Larga è anche la parte giocata dai prestiti per ristrutturazioni e mobilio; il che spiega come mai, nonostante il numero di finanziamenti richiesti sia alto, il mercato immobiliare risulti comunque poco più che fermo.
Il 2015 infatti, secondo Crif, si è concluso con un +33% nella domanda ponderata di mutui, mentre in assoluto tale aumento è stato addirittura di oltre il 53%, Accompagnato però da un calo nelle cifre medie richieste, che sono passate dagli oltre 124 mila euro del 2014 a poco più di 122 mila euro.
Di contro, stando ai dati Ance, il 2015, si registra un aumento nelle compravendite immobiliari fermo al 5,3%, spinto soprattutto dall’inarrestabile calo dei prezzi degli immobili, che, secondo Istat, hanno visto un ulteriore -2,3% annuo nel terzo trimestre 2015.
A completare lo scenario, che non è esattamente quello di una ripresa senza se e senza ma, si aggiungono le indicazioni di Abi sulle sofferenze bancarie, che sono aumentate fino a toccare cifre record. Secondo l’Associzione Bancaria Italiana a novembre si sono registrate insolvenze lorde per oltre 200 mila miliardi di euro, dopo il leggero calo registrato nel mese precedente. Aumentano a quasi 89 miliardi anche le sofferenze lorde, che nel mese precedente si erano fermate a 87,2 miliardi. Mentre a giugno dello scorso anno il numero dei soggetti non in grado di onorare i prestiti (i cosiddetti affidati in sofferenza) è stato di 1.188.401, soprattutto imprese e famiglie.
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