Mutui e pignoramento diretto
In tema di sofferenze bancarie e del progetto di intervenire su di esse agendo sul patrimonio immobiliare degli istituti di credito, oltre alla soluzione bad bank di cui parlavamo nei giorni scorsi, c’è un’altra norma destinata a far discutere. La ormai famosa direttiva UE 2014/2017, in fase di recepimento in Italia, ha infatti in tal senso un nuovo aspetto che vale la pena di considerare in quanto potrebbe avere risvolti non piacevoli per coloro che sono in difficoltà con il pagamento del proprio mutuo casa. Entro il prossimo 21 marzo, infatti, potrebbe vedere la luce un testo che, recependo la direttiva, permetterebbe il pignoramento immediato e la messa all’asta degli immobili il cui contratto non venga onorato con puntualità, perché con il ricavato la banca veda soddisfatto il proprio credito.
In particolare, mentre la direttiva impone maggiori obblighi di trasparenza e tutele nei confronti dei clienti delle banche per evitare, appunto, che si arrivi a soluzioni estreme se non in caso di reale necessità, d’altro canto il testo in via d’approvazione pare contenga una clausola che consente agli istituti di credito di procedere agli espropri forzati in maniera molto più semplice che in passato. Ad oggi, infatti, il “patto commissorio”, quello cioè che attua il pignoramento forzato, è vietato dall’articolo 2744 del Codice Civile, proprio a tutela dei clienti. Il che significa che, in caso di cliente inadempiente, e solo dopo sette rate non pagate, la banca deve ricorrere ad un tribunale per ottenere il rimborso del prestito erogato, con tutto ciò che le lungaggini giudiziarie comportano: i crediti in sofferenza, in questo modo, non fanno che aumentare.
Dal punto di vista delle banche, quindi, questo è un problema che va ad aggravare la spesso già difficile situazione del loro debito; ed è proprio per soccorrerle in questa difficoltà che l’Italia, allineandosi del resto con quanto avviene in altri Paesi europei, sta valutando l’opportunità di concedere loro l’azione diretta di esproprio dell’immobile non pagato.
Tale opportunità avrebbe, in teoria, l’effetto di accorciare i tempi di recupero dei crediti per le banche, nonché di eliminare un gran numero di cause giudiziarie. Ma dato che l’altro effetto sarebbe quello di rimettere subito sul mercato, tramite asta, gli immobili in questione, andando a ingrossare le fila della già cospicua offerta di mattone nel nostro Paese, non è detto che recuperare i crediti sarà poi così semplice. E, quando anche il recupero avvenga, è probabile che i crediti rientrino in banca solo fortemente svalutati.
La spada di Damocle, in caso di approvazione della norma, potrebbe riguardare un valore di 14 miliardi di mutui casa attualmente in sofferenza. A quanto risulta, infatti, nel testo del decreto in via di valutazione si penserebbe sì di inserire l’obbligo per la banca di richiedere il consenso preventivo alla possibilità di pignoramento diretto in fase di firma del contratto per i nuovi mutui
, ma anche di rendere retroattiva tale possibilità, estendendola anche ai mutui già in essere in caso gli intestatari dovessero mostrarsi inadempienti.
Va comunque precisato che l’esproprio resterebbe l’ultima spiaggia. Oltre, infatti, alle tutele per i clienti disposte dalla direttiva europea, un mutuatario in difficoltà ha sempre la possibilità di concordare piani di rientro alternativi con la banca, surrogare o rinegoziare il contratto, oppure chiedere la sospensione delle rate del mutuo, se in possesso dei requisiti richiesti dal Governo per poter fruire delle misure messe in atto a questo scopo.
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