Immobili, oltre la metà delle vendite è prima casa

In rialzo i mutui a tasso fisso

Tra il 2016 e il 2020 oltre la metà degli immobili abitativi è stata acquistata con le agevolazioni prima casa. Lo certifica il Consiglio nazionale del notariato in una analisi statistica sugli immobili. Ma guardando l’oggi, nell’immediato i riflessi della crisi Ucraina e le tensioni dell’energia si riflettono sui tassi fissi verso l’aumento per i nuovi finanziamenti, come racconta un'indagine di Facile.it.

I tassi fissi dei nuovi contratti in rialzo

Come emerge dall’analisi di Facile.it, l’IRS, l’indice di riferimento che guida l’andamento dei mutui fissi, negli ultimi giorni è salito superando quota 1% (indice a 20 anni), cosa che non accadeva da maggio 2019.

Abbiamo avuto modo di scrivere di recente sulle prospettive dell’inflazione sul mercato dei mutui e si sottolineava proprio di tenere d’occhio per il futuro l’andamento del tasso fisso.

Il monitoraggio di Facile.it calcola che per un mutuo fisso da 126.000 euro al 70%, da restituire in 25 anni, il miglior tasso (TAEG) disponibile oggi online è pari a 1,44%, con una rata da 489 euro al mese; dodici mesi fa, per un’operazione analoga, il miglior tasso era 1,04% e la rata 466 euro. Questo significa che chi chiede adesso un mutuo a tasso fisso paga, per tutta la durata del finanziamento, circa 6.900 euro in più di interessi rispetto a un anno fa.  

«Da mesi» - spiegano gli esperti di Facile.it - «l’Europa è alle prese con l’aumento dell’inflazione, determinato in larga parte dal rincaro del prezzo dell’energia, e la situazione di crisi tra Russia e Ucraina potrebbe complicare ulteriormente lo scenario.». 

La ricerca di Facile.it conferma anche l’andamento del variabile che al momento non risente di queste instabilità«L’Euribor», continuano da Facile.it, «è ancora in negativo, ma per il futuro sarà determinante l’andamento dell’inflazione. Se il livello attuale diventerà strutturale, sarà inevitabile un intervento da parte della BCE sui tassi di interesse e questo avrebbe un impatto diretto sulle rate dei mutui variabili, sia per coloro che hanno già un finanziamento in essere, sia per coloro che lo sottoscriveranno in futuro».

Compravendite, prezzo medio dei finanziamenti a 150 mila euro

Non solo un freno alle compravendite, ma anche un calo del 17% nella richiesta dei mutui. Il Covid ha gelato il mercato immobiliare e la dimostrazione arriva anche dai dati del focus del consiglio nazionale del notariato.

Se tra il 2016 e il 2019 lo scambio di fabbricati ha segnato una crescita costante dalle 713.081 unità scambiate, nel 2016, alle 853.247 del 2019, si è assistito nel 2020 a un arresto causato, sottolinea lo studio “sicuramente dall’emergenza sanitaria nel 2020”, e chiudendo il 2020 con lo scambio di soli 786.599 fabbricati.

Stabilità del prezzo degli acquisti

Nei cinque anni analizzati, evidenziano i notai, all’incremento delle vendite, soprattutto nel 2019, non ha corrisposto un aumento dei prezzi medi dei fabbricati.

I notai registrano, poi, che il prezzo medio di un immobile abitativo è risultato essere di euro 150.118 per l’anno 2016, euro 150.425 per l’anno 2017, euro 144.146 per l’anno 2018, euro 144.921 per l’anno 2019, mentre per il 2020, nonostante un decremento degli scambi, è stato registrato un aumento del prezzo medio, arrivato a 151.382 euro.

Gli immobili continuano ad essere venduti più da privati che da imprese, come dimostra anche il rapporto tra fabbricati strumentali venduti da imprese (che oscilla tra il 17% ed il 18%), e quelli venduti da privati (che oscilla tra 81% e 82%).

Oltre il 40% del totale dei fabbricati oggetto di compravendita rientra nella fascia di prezzo tra 0 e 99.999 euro, mentre gli immobili scambiati di valore superiore a 1.000.000 di euro sono meno del 5% del totale.

Mutui e età di chi compra casa. Spingono i giovani

Per quanto riguarda i mutui si conferma la prevalenza dei finanziamenti di importo fino a 150.000 euro; tengono i finanziamenti tra i 150.000 ed i 250.000 euro.

L’andamento evidenziato negli acquisti si riflette su quella che è la fonte di pagamento della compravendita e cioè in larghissima parta il finanziamento con il contratto di mutuo. Se l’aumento dei finanziamenti è stato una costante rispetto all’anno precedente, negli anni 2017 e 2018, si passa da un +4,63% ad un +6,28%, nel 2019, invece, si è registrata una prima battuta di arresto, con una riduzione complessiva pari ad un -1,68%; il rallentamento del 2019 è diventato poi un arresto più marcato, seguito da un -17% nel primo semestre del 2020. Un trend, osservano i notai, che nemmeno l’ultimo semestre del 2020 ha saputo correggere.

Pochi scostamenti, invece, in relazione all’età ed al genere dei mutuatari. Anche senza agevolazioni (ricordiamo che gli acquisti prima casa agevolati per gli under 36 sono una novità del 2021) le età maggiormente finanziate rimangono quelle dei 18-35 e 36-45, con una tendenziale prevalenza delle donne nella fascia più giovane (18-35) e degli uomini in quella successiva (36-45).

8 March 2022 di

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