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Il costo del denaro frena

9 set 2011 | 4 min di lettura | Pubblicato da

casa in miniatura in legno con famiglia che gioca sullo sfondo

La Banca centrale europea ha deciso di lasciare invariato il tasso di riferimento principale di Eurolandia all’1,5%. La decisione, ampiamente prevista, blocca così la corsa intrapresa dal costo del denaro lo scorso 7 luglio, quando l’Eurotower aveva rialzato di 25 punti il tasso dall’1,25% all’1,5%.

Un livello su cui, ora, sembra destinato a rimanere ancora a lungo in considerazione della bufera estiva che si è abbattuta sui mercati e che deve fare i conti con le crisi dei Paesi europei (Grecia, Irlanda, Portogallo e Italia). Tanto che, secondo gli analisti, la Bce non aumenterà ancora il costo del denaro. Anzi, potrebbe tenerlo fermo fino a tutto il 2012.

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Una notizia che farà piacere a tutti i mutuatari alle prese con la restituzione delle rate di un prestito per la casa a tasso variabile e che negli ultimi mesi hanno visto lievitare l’importo del bollettino dopo lo scombussolamento finanziario che ha condizionato anche l’andamento dell’Euribor, in costante crescita. Basti pensare che se a luglio 2010 l’indice a tre mesi (quello utilizzato normalmente proprio per indicizzare i mutui) era allo 0,85%, dopo 12 mesi ha raggiunto quota 1,6%.

Ed ora, grazie alla stagnazione dell’economia europea, l’Euribor subirà una lunga tregua con il tasso che addirittura nei prossimi due anni potrebbe scendere di 2-3 decimi, secondo quanto scontano gli operatori di mercato, mantenendo quindi relativamente leggere le rate di chi ha optato per questa soluzione.

Ma anche per chi gli amanti della sicurezza ci sono novità interessanti. Sempre a causa della crisi, gli Eurirs (che sono utilizzati per determinare la rata dei prodotti a tasso fisso si sono ridotti mediamente di quasi un punto percentuale negli ultimi mesi con l’indice a 20 anni passato dal 4,15% di aprile all’attuale 3,06%. Una soglia molto vicina ai livelli eccezionali di un anno fa quando i tassi erano scesi sotto il 3%, consentendo di stipulare un mutuo fisso vicino al 4,5%, compreso lo spread (vale a dire il margine di guadagno delle banche).

Un calo per Euribor e Irs che consentirà anche a chi è deciso ad accendere un nuovo mutuo di risparmiare qualche decina di euro al mese e di scegliere un po’ più serenamente tra l’eterno dilemma del tasso variabile e di quello fisso.

Meglio, quindi, ricordare che quest’ultimo porta sempre a pagare la stessa rata stabilita sin dalla stipula del contratto nonostante l’andamento altalenante degli indici di riferimento, permettendo così psicologicamente di affrontare più serenamente il futuro. Inoltre, nelle fasi di crisi - come quella appena passata - quando il differenziale di rendimento fra i titolo di Stato italiano e quelli della Germania (considerati i più affidabili dell’area euro) raggiungono picchi al rialzo, i mutui a tasso fisso diventano più convenienti perché gli Irs seguono l’andamento del Bund tedesco. Bisogna, comunque, dire che l’indice su cui saranno calcolate le rate viene fissato il giorno della stipula e non quello del preventivo.

Capitolo a parte per il tasso variabile che risulta più vantaggioso del fisso ed è particolarmente conveniente nel momento in cui gli indici di riferimento raggiungono i minimi storici. Va però detto che questo tasso è sempre destinato a cambiare ed è un po’ più rischioso anche perché, secondo i mercati future, l’Euribor a 3 mesi arriverà a dicembre 2015 al 3,2%. Quindi vicino, ma sempre più basso rispetto all’attuale Irs a 20 anni.

Il consiglio per chi stipulasse oggi un mutuo variabile è di non farlo con una rata già in partenza faticosa da pagare, perché altrimenti, al primo aumento dei tassi, diventerà già subito difficile far fronte al pagamento della rata. Tanto che il variabile non dovrebbe mai impegnare più di un quarto del reddito.

Ma quando si tratta di mutui, non esiste una soluzione buona per tutti. Va, quindi, ricordato che il mercato offre un’offerta molto ampia di mutui che passa anche per il variabile con il cap al saggio misto a quello con rata fissa e durata variabile. E niente è per sempre. Grazie alla surroga, si può sostituire la banca che ha erogato inizialmente il mutuo con una nuova banca che propone condizioni migliori.

9 September 2011 di Patrizia De Rubertis

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