Sfratti, boccata d’ossigeno dal fondo per i “morosi incolpevoli”
Pubblicato il 12 August 2014
Solo nel 2013 secondo il ministero dell’Interno gli sfratti esecutivi sono stati oltre 73 mila, con un aumento del 4,4% rispetto all’anno precedente. Nell’89% delle situazioni la causa principale è costituita dalla morosità degli inquilini.
Una boccata d’ossigeno però potrebbe arrivare dal fondo, istituito a luglio con un provvedimento del ministero delle Infrastrutture, per il sostegno agli inquilini morosi “incolpevoli”, ovvero che non riescono a pagare l’affitto per cause indipendenti dalla propria volontà e riconducili a difficoltà relative alla situazione lavorativa o all’insorgere di una malattia.
Il fondo, simile a quello creato per i mutui, potrà contare su 20 milioni di euro sia per il 2014 che per il 2015.
Per l’anno in corso il meccanismo di distribuzione delle risorse prevede che 14 milioni siano ripartiti fra tutte le regioni e che i restanti 6 milioni vengano assegnati alle sette regioni più attive sul fronte del sostegno al disagio abitativo. Più precisamente si tratta di Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Campania.
Le Regioni, a loro volta, devono ripartire la propria quota di fondo ai Comuni che provvedono poi ad assegnarli a chi ne ha diritto e ne fa richiesta.
A essere tutelati da questo nuovo fondo sono i cosiddetti “morosi incolpevoli”, una definizione sintetica per indicare in realtà un’ampia varietà di situazioni che possono ridurre notevolmente la capacità di pagare un affitto: dalla perdita del lavoro per licenziamento alla riduzione dell'orario; dalla cassa integrazione ordinaria o straordinaria al mancato rinnovo di contratti a termine o di lavoro atipici; dall’insorgere di una malattia grave all’infortunio fino al decesso di un componente del nucleo familiare che abbia causato un’importante riduzione del reddito della famiglia.
Per poter però accedere alla risorse previste dal fondo occorre avere requisiti ben precisi.
La misura di sostegno è destinata a chi ha cittadinanza italiana o di un paese dell'Ue, oppure nei casi di cittadini non appartenenti all'Ue, a chi possieda un regolare titolo di soggiorno.
I potenziali beneficiari sono: famiglie con reddito Ise (indicatore della situazione economica) fino a 35mila euro e reddito Isee (indicatore della situazione economica equivalente)fino a 26mila euro; destinatari di un atto di intimazione di sfratto per morosità, con citazione per la convalida; titolari di un contratto di locazione di unità immobiliare ad uso abitativo regolarmente registrato e risieda nell'alloggio oggetto della procedura di rilascio da almeno un anno.
La concessione del contributo tiene conto anche di alcuni criteri preferenziali. La priorità nell’assegnazione delle risorse viene data a quelle famiglie che hanno almeno un componente: ultrasettantenne oppure minorenne, con invalidità accertata per almeno il 74%, in carico ai servizi sociali o alle competenti aziende sanitarie locali per l'attuazione di un progetto assistenziale individuale.
Ad assegnare il contributo nel concreto sono i Comuni che potranno concedere un importo massimo di otto mila euro.
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Il profilo dell'autore
Rosaria Barrile Rosaria Barrile, giornalista professionista nata a Milano e laureata in Scienze Politiche, ha iniziato nel 2004 ad occuparsi di prodotti e servizi bancari e assicurativi per conto di un periodico specializzato e da allora non ha mai smesso.
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