Mutui a tasso variabile: ecco il bilancio degli ultimi anni

Rate aumentate in media del 36%

Rate aumentate in media del 36%

Pubblicato il 9 April 2024

Inflazione, tassi alti, mutui più cari. È il domino che ha caratterizzato gli ultimi due anni. Ma, di preciso, quanto è aumentata la rata e come hanno reagito gli italiani? La risposta arriva da un’indagine del Crif, che ha confermato quanto sia stata forte la pressione sulle famiglie con un tasso variabile (un quarto del totale dei mutuatari).

Tasso variabile: gli aumenti

Le rate dei mutui a tasso variabile sono aumentate in media del 36% rispetto ai minimi di metà 2022. E nel caso di contratti sottoscritti negli ultimi 5 anni, addirittura del 49%.

Con questi rincari così ripidi, non sorprende che sia peggiorato in modo significativo il rapporto tra rata e reddito, in media dell’8% (e del 10% per i mutui più recenti). In pratica, la spesa mensile dovuta per ripagare il finanziamento ha assorbito una fetta sempre più consistente del budget.

Avendo meno reddito disponibile, è aumentata la cosiddetta “tensione finanziaria”, cioè il rischio legato alla possibilità di ripagare il proprio debito. Il Crif ha infatti osservato “uno spostamento di oltre 15 punti percentuali dalle classi di livello basso e medio-basso a quelle di livello medio-alto e alto”.

Gli italiani hanno retto

Anche in questo scenario, però, c’è una notizia positiva (o quantomeno non negativa). Nonostante un aumento dell’esposizione finanziaria, gli italiani hanno retto. Non c'è stato, infatti, un incremento significativo nel tasso di insolvenza. Tradotto: chi ha un mutuo a tasso variabile si è trovato spesso in difficoltà, ha fatto fatica, ha dovuto tagliare altre spese, ma è comunque riuscito a pagare le rate, con puntualità o con un po’ di ritardo. Un dato non scontato, vista l’entità e la rapidità dei rincari.   

Il peggio è passato?

La situazione non è ancora semplice, ma da inizio anno i tassi sui mutui hanno dato segnali di raffreddamento. E, ha sottolineato Simone Capecchi, Executive Director di Crif, “le prospettive di un possibile abbassamento dei tassi a giugno 2024 fanno sperare per un sollievo ai mutuatari, riducendo la pressione e contribuendo a stabilizzare la situazione finanziaria”.

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Il profilo dell'autore

Paolo Fiore Giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.

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