Immobiliare, ecco quando si tornerà ai livelli pre-crisi
Il peggio dovrebbe arrivare nel 2021
Pubblicato il 9 February 2021
Il 2020 è stato un anno sulle montagne russe per il mercato immobiliare.
Forti discese in corrispondenza delle maggiori restrizioni, maggiore movimento nei mesi di allentamento.
Il picco negativo, però, non sarebbe ancora arrivato: secondo il report “Analisi del mercato immobiliare e possibili scenari post Coronavirus”, promosso da Sarpi Immobiliare, Asta Advisor, Anama e Fiabci, dovrebbe verificarsi proprio nei primi mesi del 2021.
La ripartenza è prevista per la seconda parte dell'anno, a inaugurare tre anni di crescita costante.
Livelli pre-crisi solo nel 2023
La pandemia ha trascinato le compravendite a quota 510 mila, con un calo anno su anno del 19,5%. Bilancio pesante, quindi, nonostante una leggera ripresa del terzo trimestre, in corrispondenza della ripresa delle attività, e un quarto trimestre in recupero.
L'arretramento innescato dal Covid è stato talmente massiccio che servirà tempo prima di rivedere prezzi e compravendite comparabili a quelli pre-crisi. L'analisi stima che il mercato italiano dovrebbe tornare ai livelli del 2019 non prima del 2023.
I prezzi avranno una dinamica simile: dopo un 2020 chiuso con quotazioni in calo del 2%, il 2021 dovrebbe chiudersi con una flessione ancor più consistente, del 3,8%.
Il 2022 dovrebbe registrare un ulteriore ribasso, seppur più lieve (-1,2%), per poi lasciare il passo a un'inversione di tendenza solo l'anno successivo.
Salite e discese
Così come fatto dalle restrizioni, anche salite e discese sono destinate a tenere banco nel corso del 2021.
Si prevede, in particolare, un picco particolarmente severo tra marzo e aprile. Difficile dire quanto le fibrillazioni saranno frequenti.
Secondo il rapporto dipenderà soprattutto da due fattori: la forza della ripresa italiana e l'efficacia della campagna vaccinale. Ancora una volta, quindi, sanità ed economia sono legati a doppio nodo.
Perché il mercato è in difficoltà
I motivi della frenata sono gli stessi messi a fuoco ormai da mesi: difficoltà economiche, ma anche incertezza per il futuro e nuove abitudini.
Oltre alla difficoltà di vendere casa e ottenere mutui bancari, nonostante le condizioni particolarmente vantaggiose di questo periodo, c'è una leggera flessione nei canoni di locazione (che non incentiva gli acquisti) e un ulteriore elemento che invita a temporeggiare: lo smart working potrebbe rimodulare il mercato, facendo apprezzare zone più periferiche e metrature più ampie a fronte di cali per gli immobili più centrali.
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Il profilo dell'autore
Paolo Fiore Giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.
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