Una pratica su due bloccata in partenza a causa dei documenti
Pubblicato il 2 November 2017
Per chi è in attesa di conferma, i tempi per l’approvazione di un mutuo prima casa possono rappresentare un’eternità. Di fatto però, alla base di alcuni intoppi, vi possono essere motivi diversi rispetto all’affidabilità, ovvero la capacità di rimborsare la rata, da parte di chi lo richiede.
Ad allungare i tempi, e talvolta a compromettere persino l’esito della compravendita, è la mancanza, o la non corrispondenza alla realtà, dei documenti necessari relativi all’immobile. A rivelarlo è un’analisi, basata su un campione di circa 300mila operazioni, condotta da Assovib, l’associazione che rappresenta le società che offrono al sistema bancario quei servizi di valutazione immobiliare indipendente indispensabili per istruire le pratiche di mutuo.
Sul totale delle perizie presa in considerazione dalla ricerca il 65% riguarda pratiche di nuovi mutui. Nel restante 35% si tratta invece di rivalutazioni periodiche relative a immobili collegati a crediti non rimborsati.
Si scopre così come metà delle pratiche, inviate dalla banca alle società di valutazione, venga bloccata ancora prima di iniziare per mancanza dei documenti necessari mentre in un terzo dei casi emergono persino difformità edilizie o catastali.
Nel 44% dei casi infatti la documentazione è incompleta perché mancano certificati come la visura o la planimetria catastale aggiornate e l’atto di provenienza della casa. Tale mancanza in media allunga i tempi necessari di circa 11 giorni in media.
La situazione si complica invece, quando vi è una difformità edilizia (e quindi anche catastale) nel 17,5% dei casi oppure quando il problema è solo catastale (18,5% dei casi).
Ben il 36% di situazioni è quindi da sanare per diversi motivi che vanno dal cambio di destinazioni d’uso dei vani non aggiornati al catasto, aumenti di volumetrie non aggiornati o addirittura non autorizzati, o persino a nuove porzioni di fabbricato abusive.
Secondo Assovib sarebbero persino migliaia i casi di privati che non sono in grado di presentare l’atto di proprietà, magari perché il notaio non l’aveva spedito subito dopo la firma. Vi sono poi quelli che hanno effettuato dei lavori in modo regolare comunicandolo al Comune ma non al catasto.
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Il profilo dell'autore
Rosaria Barrile Rosaria Barrile, giornalista professionista nata a Milano e laureata in Scienze Politiche, ha iniziato nel 2004 ad occuparsi di prodotti e servizi bancari e assicurativi per conto di un periodico specializzato e da allora non ha mai smesso.
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