Tassi bassi ancora per lungo tempo
Pubblicato il 22 August 2018
La Bce ha deciso di non toccare i tassi d'interesse, almeno fino a settembre, annunciando però che sta per terminare il quantitative easing, cioè l’acquisto di titoli di Stato. Quali effetti avrà questa decisione sui mutui dati alle famiglie italiane, soprattutto sui mutui prima casa?
La Bce stoppa il QE, le banche diventano tirchie. Mario Draghi, annunciando che l’ammontare mensile di acquisti in titoli di Stato attuato dalla Bce resterà invariato a settembre a 30 miliardi di euro, dimezzandosi a dicembre e cessando del tutto col 2019. In soldoni, questo significa che va in pensione il mezzo usato dal Governatore della Bce in questi ultimi anni per immettere liquidità nelle banche dell’Ue. Le banche, dunque, avranno minore liquidità e potrebbero diventare più sparagnine nel concedere prestiti e mutui. C'è da aspettarsi, dicono gli esperti, che vengano introdotti criteri più stringenti per accedere a strumenti come i mutui prima casa.
Invariati i tassi d'interesse. Il dato più importante da tenere d'occhio è che i tassi d'interesse resteranno invariati (sui minimi storici o vicino) ancora a lungo: gli analisti, infatti, non pronosticano aumenti almeno fino all’estate del 2019. Fino ad allora, dunque, chiunque pensasse di stipulare nuovi mutui prima casa potrà farlo con tranquillità, salvo eventi imprevisti.
Per i mutui prima casa tutto tranquillo fino al 2019. Quale sarà lo scenario del mercato dei mutui, soprattutto dei mutui prima casa? “Possiamo parlare di un moderato ottimismo nel breve e nel medio periodo, sentiment che continuerà a sostenere il mercato delle compravendite immobiliari”, spiega Renato Landoni, presidente Kìron Partner. “Il presidente della Bce Mario Draghi – sottolinea Landoni - ha rassicurato che quanto è stato investito dalla Banca centrale finora, ossia 60 miliardi di euro al mese dal 2015, verrà reimmesso sul mercato a scadenza. E' talmente chiaro il segnale di mantenere i tassi di riferimento ai minimi, che l’Euribor resta a -0,32%”. Questo, secondo l'esperto, “comporterà il mantenimento dell’offerta bancaria ai livelli attuali, storicamente molto bassi, almeno fino al primo semestre 2019”.
Tasso fisso sempre più conveniente. Secondo l'esperto, in questo scenario, i mutui a tasso fisso restano ancora i più convenienti, fermando ai parametri attuali ai minimi storici. Più rischioso appare il mutuo a tasso variabile con scadenza superiore a cinque anni: l’aumento dei tassi, infatti, nei prossimi anni potrebbe anche diventare consistente.
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Il profilo dell'autore
Franco Canevesio Franco Canevesio, genovese, è giornalista professionista specializzato in economia e Borsa.
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