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Costa meno comprare casa che crescere un bambino

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Pubblicato il 3 March 2016

Costa meno comprare casa che crescere un bambino. Ecco la bizzarra notizia messa in luce solamente qualche giorno fa da un interessante e curioso studio curato dall’inglese Centre of economic and business research che fa ricredere tutti coloro che, almeno fino a questo momento, credevano che l’acquisto di un’abitazione fosse la spesa più grossa da sostenere nell’arco di una vita.
È stato infatti stimato che in Inghilterra mantenere un figlio fino al raggiungimento dei 21 anni d’età peserebbe sul bilancio familiare di ben 230.000 sterline. Cifra ancora maggiore se si rapporta al nostro Paese, dove si aggirerebbe attorno ai 300.000 euro.
Si tratta di una voce di spesa consistente che di conseguenza rende necessari molti sacrifici: giusto per citare una ricerca condotta da The Telegraph, circa il 29% di ciò che viene messo da parte dai genitori viene investito per crescere un bambino e una mamma su 5 deve necessariamente tornare a lavoro per far fronte a questa tipologia di spesa.
Certo, è doveroso dire che non si parla di due beni comparabili, ma la riflessione considerando quanto emerso nasce quasi spontanea. Sarà perché, comunque, in questo particolare momento storico la decisione di comprare casa si rivela altamente conveniente dato il persistere di alcune condizioni particolarmente favorevoli soprattutto per le prime case. Ricordiamo infatti che le richieste di mutuo sono in netta crescita rispetto al 2015 (come evidenzia anche l’ultimo Barometro firmato Crif) vuoi per i tassi ai minimi storici o vuoi per una crescente presa di fiducia dei cittadini che si stanno, lentamente, riprendendo dagli effetti della grande crisi che ha contraddistinto gli ultimi anni.
Con i già menzionati 300.000 euro oggi si può entrare tranquillamente nel mercato immobiliare: a testimonianza di ciò i dati emersi dall’analisi dell’ufficio del Gruppo Tecnocasa che ha calcolato che per acquistare una casa, di media, un italiano deve investire 6,3 annualità del proprio stipendio. Cifra consistente, ma ad ogni modo in calo rispetto al 2014 quando di annualità ne servivano 6,6.

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Il profilo dell'autore

Francesca Lauritano Francesca Lauritano, dopo una formazione iniziale di stampo umanistico ha deciso di indirizzare i suoi studi nel campo della comunicazione e del marketing attraverso un Master in Comunicazione d’Impresa.

Un percorso lavorativo variegato e trasversale: da archeologa a community manager, attualmente si sta occupando di ufficio stampa e media relations. Parallelamente sta approfondendo i suoi interessi per ciò che riguarda la comunicazione sul web e sui social.

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