Anche in Italia arrivano i condhotel. Ecco cosa sono

Pubblicato il 5 June 2018

La comodità dei servizi tipici di un albergo a portata di mano, anzi a casa propria: dalla piscina alla reception, dal parcheggio al centro benessere. E’ la formula tipica di funzionamento dei cosiddetti “condhotel”, un genere di immobile destinato all’abitazione residenziale e diffuso principalmente negli Usa e in Nord Europa, che permette agli albergatori di vendere ai privati parte delle stanze della propria struttura ottenendo così risorse da reinvestire.

Nonostante si parli di condhotel anche in Italia ormai già da diverso tempo, il debutto ufficiale deve ancora avvenire: a più di tre anni dalla norma che li ha introdotti nel nostro ordinamento (l’art. 31 del decreto legge Sblocca Italia) finalmente è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 6 marzo, e in vigore dal 21, il provvedimento contenente la sua disciplina. La norma, per l’esattezza, permette di destinare il 40% della superficie netta delle camere di un albergo a unità immobiliari, integrate e complementari con la struttura ricettiva.

La prima regione a cogliere tale opportunità potrebbe essere l’Emilia Romagna dove sono presenti numerose strutture ricettive da ristrutturare e che potrebbero trovare nuova vita grazie proprio alla riconversione in condhotel.

Entro l’estate dovrebbe essere approvato il regolamento attuativo che permetterà a Comuni e operatori di attivarsi subito per realizzare gli “alberghi condominio”.

L’obiettivo dell’operazione è duplice: da un lato recuperare il patrimonio immobiliare esistente, dall’altro incentivare l’economia locale e ripristinare strutture anche prestigiose in stato di abbandono. Entro i prossimi due anni, quindi, secondo quanto previsto dalla Regione, nelle strutture ricettive dell’Emilia-Romagna si potranno acquistare o affittare unità abitative, di varie dimensioni, a prezzo di mercato, magari facendo ricorso, come per qualunque altro immobile, a un mutuo casa. Con queste risorse, i gestori degli hotel potranno riqualificare le strutture esistenti, acquisendo magari una classificazione superiore.

La coesistenza tra camere in affitto e appartamenti venduti dovrebbe essere garantita da una gestione unitaria, come ha precisato la Regione che ne ha ufficialmente dato l’annuncio alcune settimane fa. In pratica chi acquista potrà godere dei servizi alberghieri, dalla reception alla piscina, ma in caso di mancato utilizzo, sarà obbligato a dare in gestione l’appartamento all’albergatore.

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Il profilo dell'autore

Rosaria Barrile Rosaria Barrile, giornalista professionista nata a Milano e laureata in Scienze Politiche, ha iniziato nel 2004 ad occuparsi di prodotti e servizi bancari e assicurativi per conto di un periodico specializzato e da allora non ha mai smesso.

In passato ha collaborato, tra gli altri, con il settimanale Soldi, la testata on line Etica News e il portale dedicato alle donne alfemminile.com. Ha condotto i servizi esterni della trasmissione Salvadenaro, programma di educazione finanziaria andato in onda sul canale 7Gold. Collabora attualmente con le testate on line Lamiafinanza.it, Lamiafinanza-green.it, Lamiaprevidenza.it, Banca e Mercati, e i mensili Largo Consumo e Bluerating.

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