Nel 2018 245.000 esecuzioni immobiliari

Alcune case in asta dal 1967

Alcune case in asta dal 1967

Pubblicato il 17 January 2019

La crisi economica e il degrado di alcune zone, situate spesso ai margine delle periferie urbane, spingono verso l’alto il numero delle esecuzioni immobiliari e destinate a finire all’asta in tribunale. A fornire dettagli su un fenomeno molto complesso è il Report Aste 2018 realizzato dalla Astasy insieme a Npls Re Solutions.

L’anno scorso le esecuzioni sono state 245.100 contro le 234.340 del 2017, per un valore complessivo riferito alla base d’asta di circa 36,4 miliardi di euro.

Ma, di contro, cresce il numero di immobili aggiudicati sul totale di quelli in asta, acquistati anche ricorrendo ai mutui su misura per questa tipologia d’acquisto.

Se si guarda alla distribuzione geografica, secondo Astasy delle 245.1001 aste complessive oltre il 56% riguardano le regioni del Nord Italia. Ai primi cinque posti, con oltre il 52% del totale delle esecuzioni italiane, si collocano la Lombardia con il 19,46%, a seguire la Sicilia, il Piemonte, Veneto e Lazio.

Anche nel 2018 la provincia di Milano detiene il record come la provincia con maggior numero di esecuzioni immobiliarI d’Italia. Sono infatti 10.363 le aste pubblicate nel 2018 con una concentrazione di esecuzioni immobiliari in alcuni piccoli comuni della periferia Est della provincia. La seconda classificata, la provincia di Bergamo, con le sue 9.499 aste e una popolazione di soli 1.113.170 abitanti, si distingue per il rapporto nucleo famiglie /case in asta: ogni 32 famiglie, abita in una casa destinata all’asta. Il dato purtroppo è spiegabile per la concentrazione di esecuzioni immobiliari in comuni periferici a Bergamo in particolare a Ciserano, Verdellino e Osio sotto, nella zona di Zingonia.

Tornando invece alla classifica generale, a seguire si colloca Roma con 9.322, Brescia con 6.887 e Alessandria con oltre 5mila procedimenti.

Quasi il 78% delle unità immobiliari all’asta è riconducibile della categoria “Residenziale” ed è costituita da appartamenti, monolocali, mansarde, attici, ville e villette. Solo il 7% è rappresentato da negozi, uffici, laboratori e magazzini. A questo vanno a sommarsi  i capannoni industriali e commerciali artigianali, opifici e laboratori artigianali, che rappresentano il 3%. Una fetta importante, il 10%, è dato dai terreni, agricoli ed edificabili.

Ma il dato più preoccupante dell’indagine è quella relativa ai tempi per chiudere le pratiche: la società ha elaborato i dati non solo sul numero di esecuzioni, ma anche da quanto tempo giacciono nei tribunali italiani. Anche se i tempi dei tribunali sembrerebbero effettivamente ridursi, esistono e sopravvivono da prima del 2010 ancora 37.267 esecuzioni immobiliari che si protraggono per anni. Le più datate risultano essere datate 1967: tradotto, oltre 51 anni di costi attivi, senza arrivare alla chiusura e all’estinzione della pratica.

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Il profilo dell'autore

Rosaria Barrile Rosaria Barrile, giornalista professionista nata a Milano e laureata in Scienze Politiche, ha iniziato nel 2004 ad occuparsi di prodotti e servizi bancari e assicurativi per conto di un periodico specializzato e da allora non ha mai smesso.

In passato ha collaborato, tra gli altri, con il settimanale Soldi, la testata on line Etica News e il portale dedicato alle donne alfemminile.com. Ha condotto i servizi esterni della trasmissione Salvadenaro, programma di educazione finanziaria andato in onda sul canale 7Gold. Collabora attualmente con le testate on line Lamiafinanza.it, Lamiafinanza-green.it, Lamiaprevidenza.it, Banca e Mercati, e i mensili Largo Consumo e Bluerating.

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