Surroga, sostituzione o...cosa?
Nonostante siano diversi i segnali, veri o presunti, della ripresa dell’economia italiana, i commenti dei nostri lettori ci fanno credere che per molti la luce in fondo al tunnel sia ancora difficile da vedere. In queste condizioni, rivedere le priorità finanziarie può avere un senso; si può ad esempio provare a rendere meno pesante la rata del mutuo sulle finanze mensili. A questo scopo, molti ci chiedono quali siano le opzioni: ovvero sostituire, surrogare o rinegoziare il proprio mutuo. Ecco quindi un breve vademecum sviluppato per chiarire i dubbi maggiori.
Per surroga del mutuo si intende la possibilità del trasferimento di uno stesso mutuo da una banca all’altra. In altre parole, se si trova un istituto di credito che offre condizioni migliori, si può portare il finanziamento dalla banca originaria a quella nuova, mantenendo ovviamente la stessa ipoteca e lo stesso importo. Il tutto a costo zero, come stabilito dal Decreto Bersani (legge 40/2007) e senza dover liquidare la banca originaria per passare a quella nuova. Quest’ultima non fa altro che subentrare nel credito, e si farà carico di richiedere il passaggio alla banca originaria che, entro 10 giorni dalla richiesta di surroga, dovrà comunicare alla banca subentrante l’entità del debito residuo del mutuatario. La surroga è infatti valida solo per questo importo residuo, mentre, se dovesse avere bisogno di una cifra superiore, il mutuatario dovrebbe stipulare un nuovo contratto.
Il compito del mutuatario è invece quello di individuare una banca che pratichi condizioni migliori. Attraverso i comparatori on line, ad esempio, è facile trovare mutui con parametri di rata, tassi e spese che si adattano meglio alla diversa condizione finanziaria del mutuatario. Dopodiché, occorre verificare che la banca prescelta accetti il trasferimento del mutuo dalla banca precedente, ovvero che le proprie condizioni economiche soddisfino le richieste di garanzie della nuova banca (diverse da istituto ad istituto). Solo allora può avere luogo la surroga.
Per quanto riguarda invece la sostituzione, questa è l’accensione di un mutuo completamente nuovo presso la stessa banca o presso una diversa, ma solo dopo aver estinto il debito precedente. Il che significa che le spese, in questo caso, sono tutt’altro che indifferenti: si tratta innanzitutto di trovare la liquidità necessaria ad estinguere il primo mutuo; e poi di sostenere nuovamente tutte le spese che la pratica di mutuo richiede. Il vantaggio è che si potrà chiedere un importo diverso, si potranno cambiare gli intestatari e i garanti, e si potranno modificare insomma tutte le condizioni del precedente contratto.
Prima di accollarsi un simile peso, però, è consigliabile in caso di bisogno tentare con la propria banca la strada della rinegoziazione. Si tratta in questo caso di mantenere in essere il contratto di mutuo già acceso, concordando però, con la banca, la modifica di alcune clausole che possono essere rese meno onerose o più vantaggiose per il cliente, come il tipo di tasso o l’entità della rata. Naturalmente non è detto che la banca accetti: come sempre accade, occorre che le condizioni richieste incontrino le garanzie che l’istituto ritiene necessarie per erogare il finanziamento.
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