Seconda casa, spese e mutui

L’arrivo delle vacanze pasquali apre ufficialmente la stagione in cui è lecito pensare ai periodi vacanzieri a venire, in particolare quello estivo. Chi non opta per soluzioni d’affitto o per soggiorni in hotel può considerare l’acquisto di una seconda casa per le vacanze, magari da utilizzare per un periodo dell’anno e da affittare nei mesi restanti. Certo è che le spese sono tante, e spesso costituiscono un freno a questa scelta. Vediamo quanto costa acquistare una seconda casa e quali mutui sono disponibili per farlo.

Per l’acquisto di una seconda casa, come per la prima, le spese da sostenere sono dello stesso tipo: eventuale mutuo, notaio, agenzia immobiliare, rogito ecc. A variare sono le imposte, le cui aliquote cambiano a seconda che si tratti di una prima o di una seconda casa, dato che questa è considerata un “di più”, un bene di lusso. Anche per i mutui le condizioni sono differenti, meno favorevoli.

Intanto, generalmente, se si ha già un mutuo prima casa in essere (o un qualsiasi altro finanziamento) è difficile che una banca accetti di accendere un altro per la seconda casa, a meno che il precedente finanziamento non sia vicino ad essere estinto completamente, e che la rata resti in ogni caso sostenibile ai fini di garantirsi la solvibilità del cliente. Nel caso si riuscisse ad accendere il mutuo per la seconda casa occorrerà tenere conto che gli interessi (e quindi le rate) saranno più elevati rispetto allo stesso contratto stipulato per l’abitazione principale, anche se in generale il “ricarico” sulle seconde case non è tanto evidente sullo spread bancario quanto sulle spese accessorie. Vanno infatti messe in conto l’imposta sostitutiva (che per la prima casa ammonta allo 0,25% dell’importo del mutuo mentre per la seconda casa sale al 2%), l’assicurazione scoppio e incendio (obbligatoria), le altre eventuali polizze annesse, le spese per la perizia e l’istruttoria, oltre all’eventuale commissione all’agenzia immobiliare, per il notaio che interviene nella stesura del contratto di compravendita e che solitamente per una seconda casa chiede parcelle più salate.

A tutto questo vanno aggiunte tasse e imposte. L’imposta di registro, che per la prima casa ammonta al 2% del valore catastale, per la seconda casa ammonta invece al 9%. Le tasse ipotecaria e catastale invece, come per la prima casa, valgono 50 euro ciascuna (200 euro se la casa è registrata in una categoria di lusso). Queste tasse vanno versate al notaio al momento della stesura del contratto (ma non sostituiscono la parcella!). Discorso a parte vale per l’Iva, che in alcuni casi non è applicata ma in altri sì, e in misura differente. In particolare, se si tratta di una casa “di lusso” l’Iva sarà al 22%; se si acquista una casa non di lusso da una ditta costruttrice che ha terminato i lavori di costruzione o restauro da meno di cinque anni l’Iva è al 10% (e le imposte di registro, catastale e ipotecaria salgono a 200 euro); se si acquista l’immobile da un privato o da una ditta costruttrice dopo 5 anni dalla fine dei lavori, la transazione è esente dall’Iva.

Dopo l’acquisto, occorrerà poi pagare le tasse: Imu, Tasi e Tari, le cui aliquote potrebbero variare dallo 0,46 all’1,06% a discrezione dei Comuni, e che spesso – soprattutto per quanto riguarda l’Imu – sono più alte per le seconde case.

28 March 2018 di

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