Mutui, la surroga non più regina

Mercato dei mutui col vento in poppa a maggio 2017, con l’attenzione che si sposta sempre più dai tassi fissi ai tassi variabili. Lo dicono diversi studi usciti di recente, tra cui l’Osservatorio realizzato da Facile.it e Mutui.it che mostra un +2,25% negli importi erogati a maggio, quando l’entità media dei finanziamenti in Italia è stato di 131.12 euro. In aumento dell’11,57% le somme erogate solo dalle banche, che hanno concesso finanziamenti medi di 125.898 euro.

Notevole il fatto che il clima finanziario sia percepito in cambiamento. I mutui a tasso fisso infatti, pur restando i preferiti dagli italiani dati i valori ai minimi, perdono terreno a causa dell’Irs che sta provando a rialzare la testa: l’indice a 20 anni  è infatti passato dall’1,25 di dicembre all’1,39 di maggio. Di conseguenza la percentuale di mutui a tasso fisso è scesa dall’83 al 70% (percentuale comunque di tutto rispetto).

Abi segnala un calo dei tassi dei mutui ad una media del 2,79% in maggio (contro il 2,81% di aprile), quindi pare che il trend del calo dei tassi non si sia ancora del tutto esaurito; in ogni caso secondo l’Associazione bancaria italiana sono ancora i due terzi coloro che scelgono un mutuo a tasso fisso. Ad ogni modo ci sentiamo di mettere in guardia i lettori di fronte alla scelta di optare per un mutuo a tasso variabile: il rialzo dei tassi in generale, dopo i minimi degli ultimi mesi, è infatti dietro l’angolo. Naturalmente ogni scelta va ponderata sulla base di tutte le variabili a disposizione del cliente.

In generale il 2016 è stato un anno d’oro per i mutui. Secondo i dati Assofin-Crif-Prometeia infatti i finanziamenti per l’acquisto di una casa sono cresciuti del 31,7% in un anno (+25,8% la crescita annua registrata nel primo trimestre 2017), grazie a prezzi degli immobili che continuano a scendere venendo incontro ad una fetta sempre maggiore di domanda, ai tassi bassi e ad una fiducia economica meglio % rispetto percepita. Situazione confermata anche dal calo delle sofferenze bancarie a 180 giorni, l’1,3% per i mutui, vicino ai valori precedenti alla crisi. Un trend che secondo gli analisti verrà confermato nei prossimi anni.

Infine, nel decimo anno dalla loro introduzione, è il trend delle surroghe a mostrare segnali di cedimento. Dopo aver rappresentato per lungo tempo una larga fetta del mercato dei mutui (mitigando molto le cifre da boom che periodicamente venivano rese note), ora sembra che in effetti la loro domanda risulti in diminuzione, complice anche probabilmente la saturazione della domanda. Secondo Crif i finanziamenti in corso per cui surrogare conviene sono in calo, tanto che nel 2016 il volume delle surroghe risultava in calo dello 0,1% e nel primo trimestre del 2017 addirittura del 27,5%. Anche in questo caso il trend non potrà che proseguire, oltre che per esaurimento dei finanziamenti surrogabili, anche per le decisioni della Bce che tra poco, per forza di cose, seguirà la via di altre banche centrali (Federal Reserve in primis) riprendendo a rialzare i tassi di interesse sulla scia, si spera, anche della ripresa economica. 

27 June 2017 di

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