Ddl concorrenza, come cambia il mercato dei mutui
Si profilano nuove difficoltà per il mercato dei mutui. Stando agli ultimi dati del Barometro Crif, infatti, dopo il boom registrato nel 2016, legato alle condizioni particolarmente favorevoli connesse a tassi di interesse e prezzi degli immobili, nell’agosto 2017 si è registrato un calo di ben il 14,4% delle domande per nuovi finanziamenti legati all’acquisto di una casa, per un -7,4% annuo registrato nei primi otto mesi dell’anno. La spiegazione può essere legata al prossimo, probabile, aumento dei tassi di interesse, come anche al rallentamento del mercato delle surroghe, che per mesi hanno sostenuto in generale la domanda di mutui in un momento in cui le condizioni finanziarie mutevoli (in meglio) rendevano conveniente un cambiamento nelle condizioni delle erogazioni.
In compenso, in agosto gli importi richiesti sono aumentati, secondo Crif, del 2,3% attestandosi sui 126.650 euro, come anche le durate dei contratti; quelli superiori ai 15 anni sono il 15% del totale mentre i piani dalla durata compresa tra 15 e 20 anni raccolgono quasi un quarto delle richieste. Indice, secondo Crif, di una maggiore capacità di spesa e di fiducia da parte degli italiani.
Cambia quindi, lentamente ma inesorabilmente, il panorama finanziario del credito legato all’acquisto di immobili, e ciò renderà necessario al più presto un conseguente cambiamento dell’offerta di mutui, che si adatti tanto alle condizioni macroeconomiche in mutamento (quindi, in sostanza, alla nuova situazione dei tassi che presto o tardi dovrà cambiare) tanto alla situazione delle finanze private dei nostri connazionali. I quali, del resto, possono ora contare su un altro strumento a tutela dei propri contratti di mutuo.
Da circa un mese infatti è divenuto operativo il cosiddetto Decreto Concorrenza (convertito nella legge n.124 del 4 agosto) con il quale si rende esplicito il fatto che, se l’accensione di un mutuo resta obbligatoriamente collegata alla stipula di una polizza incendio e scoppio (non ad altre, che sono facoltative), esistono tuttavia delle condizioni che tutelano il consumatore da eventuali comportamenti non concorrenziali applicati dalla banca. Tale assicurazione incide infatti sul costo finale del finanziamento: basti pensare che, secondo uno studio congiunto di Facile.it e Mutui.it, polizze a copertura della morte del titolare, della perdita del lavoro, di incidenti che portino a invalidità o a impossibilità di continuare a percepire un reddito possono far crescere il costo del mutuo di una percentuale variabile dal 2 al 12%.
In passato era quasi automatico che fosse la banca a proporre la propria polizza, senza possibilità di scelta da parte del cliente. Il Decreto Concorrenza stabilisce invece, prima di tutto, che la banca non possa vincolare l’erogazione del mutuo alla sottoscrizione di una propria polizza. Se tuttavia l’assicurazione è condizione di garanzia imprescindibile per l’istituto di credito, questo dovrà proporre, oltre alla propria polizza, anche preventivi su altre due offerte dello stesso tipo erogate da altri enti, in modo che al cliente sia data una certa rosa di opzioni tra le quali scegliere. Ferma restando la possibilità, non negoziabile da parte della banca, che il cliente decida in autonomia a quale compagnia assicurativa affidarsi (purché questa soddisfi le condizioni della banca erogatrice del mutuo) e che, in caso abbia sottoscritto l’offerta proposta dalla banca, possa esercitare il diritto di recesso entro 60 giorni. Inoltre dovranno essere chiare, nella documentazione fornita dalla banca, le informazioni relative alle provvigioni destinate all’ente che fornirà la polizza collegata al mutuo.
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