Tassi “floor” sempre possibili?

Bacchettata di Banca d’Italia alla clausola “floor” applicata dalle banche sui tassi di interesse dei mutui. A quanto risulta, alcune settimane fa l’istituto di Via Nazionale ha preso coscienza di ciò che accade da qualche tempo, ovvero del fatto che le banche, in presenza di tassi di riferimento negativi a cui aggiungere lo spread, operano come se tali tassi di riferimento si fossero fermati a zero, per non erodere eccessivamente il proprio guadagno. E ha dichiarato questa pratica da ammonire.

Con il tasso Euribor da tempo negativo, e in vista di  presumibili ulteriori discese dopo gli ultimi provvedimenti della Bce che hanno portato il costo del denaro allo 0%, la mossa delle banche era quanto mai doverosa, dal loro punto di vista, per tutelare i propri margini. Per determinare il guadagno infatti gli istituti erogatori devono sommare ai tassi di riferimento lo spread applicato; ma quando i tassi di riferimento (in questo caso, ad esempio, l’Euribor) sono negativi, andrebbero sottratti anziché sommati allo spread; con conseguente diminuzione delle entrate per la banca. Ecco perché tra le clausole contrattuali da tempo sono state inserite quelle che fermano la discesa dei tassi di riferimenti al massimo allo zero, in modo che la banca possa guadagnare almeno il proprio spread tutto intero dall’acquisto di un mutuo. Clausole che in realtà sono in circolazione ormai da tempo, ma che solo ora sono state additate da Banca d’Italia come poco opportune, a seguito di segnalazioni fatte dai consumatori che si sono visti applicare tassi soglia non concordati.

Se i tassi di riferimento hanno il segno meno, ammonisce quindi Bankitalia, le banche concordino uno spread che parte dall’effettivo valore negativo, non dallo zero. Le banche inoltre restituiscano quanto pagato in più dai mutuatari fino ad ora, a meno che il tasso soglia non fosse già stato concordato in sede di firma del contratto. In più, le banche dovranno evitare di applicare clausole di tasso minimo che non siano state pubblicizzate adeguatamente e incluse nella documentazione informativa e nella modulistica contrattuale, in nome della trasparenza e del rispetto del consumatore.

Attenzione, quindi, ai vostri mutui: se ne avete uno a tasso variabile e non avete concordato una clausola “floor” potreste avere diritto ad un risarcimento. Se questo è il caso, il modo più corretto di procedere è forse quello di tentare un iniziale contatto con la banca, cercando una soluzione che non passi da un tribunale. Se la banca dovesse mostrare resistenza, si può presentare un esposto alla Banca d’Italia (che però non potrà prendere alcuna risoluzione concreta) e appellarsi all’Arbitro Bancario e Finanziario. E alle vostre richieste di spiegazione sulla determinazione dei tassi, nessuna banca potrà più sottrarsi, così come a nessuna richiesta di verifica e all’eventuale pareggiamento dei conti, dato che Bankitalia ha esplicitamente invitato le banche a procedere in questo senso. Infine, se siete al vostro primo approccio con la banca al fine di richiedere un mutuo, attenzione che tra le clausole non si nasconda anche quella della soglia zero, che va adeguatamente segnalata se presente.

18 March 2016 di

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