Mutui e contratti imposti

Anche Banca d’Italia dice la sua sulle polizze legate ai mutui casa, e non è musica per le orecchie degli istituti di credito. Arriva infatti una bacchettata da Via Nazionale che, insieme a Ivass (l’istituto di vigilanza sulle assicurazioni), ha condannato le numerose criticità riscontrate nella vendita di polizze assicurative abbinate alla concessione di finanziamenti per l’acquisto di abitazioni. Vendita che non sempre risulta chiara e trasparente, dato che, come ben sanno tutti coloro che hanno tentato di accendere un mutuo, dovrebbe essere facoltativa, ma di fatto viene posta spesso come condizione sine qua non per la stipula del finanziamento stesso.

È comprensibile, probabilmente, l’atteggiamento delle banche le quali desiderano coprirsi le spalle, in presenza di una situazione finanziaria difficile come quella attuale, in cui la perdita del lavoro o una qualsiasi circostanza improvvisa può minare la capacità di un mutuatario di pagare regolarmente le sue rate. Ecco spuntare quindi assicurazioni contro la perdita dell’impiego, polizze sulla casa stessa o anche sulla vita. Ma la richiesta di una maggiore garanzia attraverso questo tipo di strumenti, per legge (vedi art. 2 del Codice del Consumo), dovrebbe restare una proposta che il mutuatario possa o meno accettare, non una clausola davanti alla quale non ci sia possibilità di replica.

Qualora la cosa non risultasse già chiara, l’indagine di Banca d’Italia e Ivass ha puntato pubblicamente il dito su forzature e scarsa trasparenza, sia da parte di coloro che producono le polizze (le compagnie assicurative) che di coloro che le distribuiscono (banche e società finanziarie). Si parla, in particolare, di una scarsa adattabilità dei prodotti assicurativi ai diversi profili dei clienti, che vengono invece resi destinatari di prodotti standardizzati con scarso rispetto per le possibilità di ognuno; di periodi di carenza e franchigie troppo lunghi, e spesso cumulati; di ritardi nella restituzione di premi non goduti quando il finanziamento venga estinto in anticipo; di costi e provvigioni troppo alti a carico dei mutuatari e, infine, di vendite forzate e poco corredate di informazioni di prodotti abbinati al mutuo, senza preoccupazione per l’effettiva esigenza del cliente o peggio, per il fatto che qualche cliente possa non essere assicurabile.

Anomalie che un’ulteriore – annunciato – approfondimento metterà bene in luce, con lo scopo, come comunicato da Bankitalia, di chiedere pubblicamente, con una lettera indirizzata ai soggetti che compongono il mercato, un riallineamento dei prodotti e delle prassi di vendita, nonché una maggiore trasparenza e ricchezza di informazioni date ai clienti.

Sta quindi per avvenire l’attesa “liberazione” dalle polizze legate ai mutui? Forse. Per ora, come illustrano dati di Iama Consulting citati da Il Sole 24 Ore, il segmento delle polizze di protezione del credito vale oltre 2 miliardi di euro, per una percentuale del 70/80% di finanziamenti legati a contratti di questo genere. Una torta molto ghiotta a cui per le banche sarà dura rinunciare.

11 June 2015 di

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