Cosa è il prestito vitalizio
E’ stato di recente approvato alla Camera, ed ora attende l’esame del Senato, il Ddl che regola il prestito vitalizio ipotecario (già presente nel nostro ordinamento con il DL n.203/2005). Tale legge permetterà a chi abbia già sorpassato una certa soglia d’età di convertire la propria abitazione in altrettanta liquidità, in modo da integrare una pensione che si avvia, in futuro, a diventare sempre più magra e da garantire un tenore di vita quanto possibile dignitoso. La misura, che potrebbe interessare qualcosa come 200 mila italiani over-65, si propone inoltre di venire incontro alla domanda di credito delle famiglie italiane, che spesso non trova soddisfacimento proprio per la scarsità di garanzie che le banche trovino sufficienti. La casa, in questo senso, costituisce un bene di fronte al quale gli istituti di credito potrebbero con più probabilità allentare i cordoni della borsa.
Ma che cos’è e come funziona il prestito vitalizio ipotecario? Vediamo nel dettaglio alcune sue caratteristiche.
Si tratta, come è facile intuire, di un contratto stretto tra il proprietario di una casa e un istituto bancario, in forza del quale viene erogato un prestito garantito dall’ipoteca sull’abitazione oggetto del contratto. Il proprietario deve necessariamente essere in età pensionabile e potrà ottenere un finanziamento commisurato ad una parte del valore della casa, stabilito da una perizia apposita. Il vantaggio è che i proprietari non devono abbandonare l’abitazione per incassare il denaro, e gli eredi potranno scegliere, alla loro morte, di recuperarne la proprietà riscattando il mutuo (compreso di interessi) presso la banca, oppure vendendo l’immobile o lasciando che sia la banca mutuataria ad occuparsi della vendita ripagando così il proprio credito. E’ anche possibile estinguere il contratto prima della data di decesso del contraente, rimborsando l’ammontare.
Il prestito vitalizio ipotecario costituisce una soluzione alla domanda di credito alternativa alla vendita della nuda proprietà, che, benché permetta a chi stipula il contratto di non perdere l’usufrutto dell’abitazione vita natural durante, implica la perdita della proprietà e, di conseguenza, la possibilità dei parenti di ereditarla.
La proposta di legge passata alla Camera interviene su alcune lacune che hanno impedito finora a questo strumento di essere utilizzato da quegli anziani che avessero necessità di integrare il proprio reddito, rendendo la procedura troppo costosa. In particolare le norme che si intende introdurre riguardano la presenza di sgravi fiscali, l’esenzione da alcune spese - quali l’imposta di bollo, di registro, catastali e simili – e la trasparenza a tutela dei clienti.
Al posto delle varie spese, chi contrae un prestito vitalizio ipotecario potrebbe dover pagare un’imposta sostitutiva pari allo 0,25% del finanziamento.
Per quanto riguarda il rimborso del prestito da parte degli eredi, invece, la proposta prevede che se questo non viene integralmente ripagato entro 12 mesi dal verificarsi di eventi come la morte del beneficiario del finanziamento o il trasferimento di proprietà, la banca possa vendere l’immobile al suo valore di mercato e incassare il ricavato per ripagare il suo credito.
Dopo ulteriori 12 mesi dalla mancata vendita, e dopo ogni ulteriore anno solare passato, il valore della casa, così come stabilito dal perito, si ridurrà del 15%. Dopo la vendita, eventuali somme eccedenti spetteranno agli eredi.
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Commenti
E se al posto della banca il vitalizio lo concede un figlio? All'apertura della successione può vantarne un maggior credito? Sono ipotesi reali a cui non ho trovato risposta. Qualcuno ne ha una?
RispondiCaro Arrigo, qui si entra in un tema nel quale un avvocato civilista ha maggiore competenza di me a rispondere.
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